L’Ue, sfidata dalla Russia con l’aggressione dell’Ucraina, risponde con una mossa geopolitica, che fino a qualche mese fa sarebbe risultata impensabile.
A spiegare la ratio della scelta fatta all’unanimità dai leader europei è il presidente francese Emmanuel Macron: una volta che la Nato ha detto “no” all’adesione dell’Ucraina, si è aperto “un vuoto: se non avessimo teso la mano a Kiev e a Chisinau”, sarebbe rimasto “un vuoto strategico e geopolitico”, in assenza di un ‘secondo cerchio’ dell’Ue come potrebbe essere quello, solo proposto della Comunità Politica Europea. E’ esattamente questo, ha detto, “il senso di questa prospettiva europea e del riconoscimento dello status di Paese candidato” per l’Ucraina, la Moldavia e, in prospettiva, anche per la Georgia.
“Oggi è un giorno storico per l’Ue, in cui decidiamo quello che il Parlamento Europeo ha chiesto quattro mesi fa, dal 24 febbraio, quando la Russia ha iniziato la sua brutale invasione dell’Ucraina”, rivendica la presidente del Parlamento Roberta Metsola, la prima dirigente politica dell’Ue a recarsi in visita a Kiev, fin dall’inizio schieratissima con gli ucraini che combattono “per i nostri valori”. La concessione dello status di candidati a Ucraina e Moldavia viene accompagnata dalla richiesta alla Commissione di riportare al Consiglio su ogni passo del processo e sui progressi fatti dai Paesi.
Ci vorranno forse anni se si pensa che la Macedonia del Nord, è “candidata” ad aderire all’Ue da 18 anni e l’Albania da otto, ma intanto un messaggio significativo è stato lanciato.
(Adnkronos)