Artista ladispolano doc, Stefano Azzena, ci racconta la sua storia e la sua arte in un’intervista inedita. La sua pittura che si accosta parecchio all’informale, senza abbandonare del tutto la figura, è un mix di contaminazioni e di vibrazioni materiche con agganci al “Nuovo Realismo” e alla “Pop Art”.
Come ci racconta, la sua passione per l’arte risale alla più tenera infanzia, quando si diletta a disegnare e dipingere. Questa passione cresce, come si evolve anche la sua esperienza artistica, grazie alla ricerca materica e la sperimentazione di tecniche e materiali che sono ora il suo cavallo di battaglia.
Per chi non lo conoscesse, andiamo a scoprire un’artista che farà molto parlare di sé.
Stefano Azzena, come inizia il tuo percorso artistico? Inizia proprio qui, quindici anni fa, in questa splendida città che è Ladispoli. Sin da piccolo ho sempre disegnato e dipinto e attraverso le arti figurative e plastiche ho ottenuto molte soddisfazioni. Nel tempo ho avuto modo di viaggiare parecchio ed ho trascorso un lungo periodo in Inghilterra dove ho frequentato la St.Martins di Londra. Una volta tornato in Italia ho avuto come maestri Santoro e Recchia che mi hanno tramesso uno la passione per il classico e l’altro gli strumenti per potermi esprimere al meglio grazie alle tecniche contemporanee. Ladispoli è stata anche la cornice della mia prima esperienza espositiva grazie al delegato all’arte Filippo Conte. Nel frattempo, ho partecipato a moltissime mostre sia collettive che personali e l’ultima è stata una personale curata dall’Associazione Culturale di Fabio Uzzo presso la Biblioteca “Nilde Iotti” di Cerveteri.
Cosa rappresenta per te l’arte e per le tue opere ti ispiri a qualche artista in particolare? Per me l’arte è la traccia del nostro passaggio su questa terra, è un esprimersi del tutto personale, ma nello stesso tempo deve comunicare qualcosa a chi la fruisce. Non mi ispiro ad un artista in particolare, ma a un movimento che è la “Scuola di Piazza del Popolo”, che parallelamente al movimento della Pop Art d’oltre oceano, hanno rappresentato un passaggio dall’informale a un ritorno al figurativo mettendo in primo piano i beni di consumo e le icone del nostro passato.
Stefano, potresti raccontarci il processo creativo che c’è nelle tue opere? Il processo creativo nasce quasi sempre da un’idea che comincia nella mia testa e che successivamente viene elaborata mediante la ricerca dell’oggetto “x”. Preciso che i soggetti delle mie opere non sono le figure che tramite l’utilizzo del collage o dello stencil sono rappresentate, ma è bensì lo sfondo che fa da contorno, ad essere il vero protagonista. Un mix di passaggi di colore, collage, stencil e interventi con la spatola che raschia via il colore precedentemente steso e ancora fresco, fanno si che le mie opere offrano allo spettatore una possibilità per potersi confrontare con un’ altra dimensione e di entrare in contatto, anche se per qualche istante con la mia visione.
Quali tecniche usi per arrivare ad esprimere la tua arte? Le tecniche che prediligo sono lo spatolato, il collage e lo stencil. Le uso da diversi anni individualmente oppure mixandole tra loro, creando spesso i miei lavori con tecniche miste.
Osservando attentamente le tue opere, per certi versi ricordi l’artista Banksy, quali sono le similitudini e le differenze con questo autore? Troppo gentile!!! Secondo me è uno dei più grandi comunicatori del nostro tempo, gli somiglio nell’uso dello stencil, mentre differisco da lui in quanto io lavoro prevalentemente in studio e lui in strada, anche se devo svelarvi che in passato ho fatto alcuni interventi di Street Art.
Parlando della mostra imminente, al Six Loft di Ladispoli, puoi darci in anteprima un piccolo accenno sulle opere che saranno esposte? Le opere che presenterò al Six Loft saranno prevalentemente ispirate al tema della mostra, quindi, con richiami al Classico, ma soprattutto con agganci agli imperatori romani ed alle sculture che adornavano le loro ville, molte delle quali sorte sul nostro litorale. Alcune di loro sono completamente inedite e saranno per la prima volta esposte nel vernissage del 3 dicembre. .
Nella stessa mostra ci saranno in esposizione in contemporanea anche le opere di un altro artista, qual è il punto di unione fra le due tipologie artistiche? Il punto di unione dovranno coglierlo i nostri visitatori, a mio avviso siamo entrambi legati alla valorizzazione di quello che ci è stato trasmesso dai nostri antenati e nel nostro piccolo riusciamo a rendergli onore .
Per concludere, progetti futuri? Premetto che quello che faccio, lo faccio semplicemente per mio piacere, mi sento bene ad esprimermi attraverso l’arte ed è anche un modo per comunicare qualcosa agli altri. Non nascondo che mi piacerebbe molto poter esporre all’estero dove credo il mio lavoro possa essere apprezzato da una più ampia platea. Continuo comunque a divertirmi e se ci saranno delle opportunità mi augurerò di poterle cogliere in tempo.
Agostino Fraccascia