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Io so … e faccio i nomi

Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece di Giuseppe Lorin

Giuseppe Lorin by Giuseppe Lorin
25 Giugno 2020
in Personaggi
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La memoria storica del romanzo “Ragazzi di Vita”, è a Monteverde in Via Federico Ozanam 134, qui a Roma, a pochi passi da via di Donna Olimpia; è nell’Atelier “Lo Scrittoio” di Silvio Parrello, detto “er Pecetto”.

Silvio Parrello nell’aula consiliare del XII Municipio Monteverde

Affermato artista sia come pittore che come poeta, Silvio Parrello conobbe personalmente Pasolini, che nel quartiere trovò le sue prime ispirazioni. Silvio, bambino di pochi anni, e Pier Paolo Pasolini che apprezzò il lavoro da calzolaio di Giuseppe, il papà di Silvio; la mamma di Silvio, Maria, era una insegnante e ricevette un sostegno non indifferente in quegli anni di dopoguerra.

Silvio Parrello davanti il suo atelier “Lo Scrittoio” a serranda abbassata. Alla sua destra il manifesto “La pietà di Pasolini” di Pignon – foto di Gary Williams

Un incontro simbolico tra due stili di vita diversi ma di rara sensibilità, che assume oggi un valore culturale rilevante. Da pochi giorni la famiglia Pasolini formata da Carlo Alberto, Susanna Colussi e Pier Paolo, abitavano tutti insieme nello stabile di Via Fontejana 86, al quarto piano. Silvio Parrello è il testimone, la memoria storica di un periodo irripetibile e unico, dal 1950 al 1970, segnato dalla presenza di Pier Paolo Pasolini a Monteverde.

Pier Paolo Pasolini ascolta la gioventù de “le casermette”, abitazioni militari nell’area dell’attuale piazza San Giovanni di Dio

Silvio, venne soprannominato da Pasolini “er Pecetto” nel suo “Ragazzi di Vita”, pubblicato da Garzanti nel 1955.

Er Pecetto, perché il padre era il calzolaio del quartiere e usava la pece per aggiustare le suole delle scarpe.

Pier Paolo Pasolini, che per il quartiere XII Monteverde, è ancora vivo, viene ricordato nell’Atelier di Silvio, frequentato da molti intellettuali di Roma, d’Italia e del mondo intero dove l’eco di questa morte di Stato è arrivata.

Silvio Parrello con la poetessa Michela Zanarella a “Lo Scrittoio”

A  Monteverde,  Pier Paolo Pasolini ambientò i suoi romanzi e da qui prese l’ispirazione per alcune sue poesie, come per il  glicine  di Villa Sciarra. Silvio Parrello dopo l’incontro con Pier Paolo Pasolini vede crescere il suo interesse per la cultura e ne rimane travolto.  La poesia, la pittura, la testimonianza pasoliniana e la cultura in genere rappresentano i pilastri fondamentali della sua vita. Testimone e confidente scomodo, Silvio Parrello è da più parti intervistato.

Sulle scale della basilica degli apostoli Pietro e Paolo all’EUR

“Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece” è il titolo dell’esposizione fotografica, composta dai centodieci scatti di Dino Pedriali a Pier Paolo Pasolini nei giorni precedenti il suo omicidio, organizzata dalla Fondazione Alda Fendi-Esperimenti di Roma; rimarrà aperta presso la galleria Rhinoceros, fino al 20 settembre 2020.

Galleria Rhinoceros – Fondazione Alda Fendi, 2020 Pier Paolo Pasolini negli scatti di DINO PEDRIALI – Photo: Gustavo Marco P.

Le foto in bianco e nero, con il primo piano del volto:  una mano appoggiata sul mento e lo sguardo intenso verso chi osserva, rimarrà l’immagine simbolo del poeta,  oltre ad alcuni suoi nudi,  che ritraggono Pier Paolo Pasolini alla scrivania pochi giorni prima dell’omicidio all’Idroscalo di Ostia.  Una mostra di grande interesse culturale.

Nel Castello Orsini a Soriano nel Cimino, vicino a Chia, Pier Paolo aveva comprato una torre antica costruita su manufatti dell’epoca degli etruschi. L’aveva adibita a suo studio e a suo rifugio di intellettuale scomodo. Lì ci portava pochi eletti e tra questi il fotografo Dino Pedriali che lo ritrasse in vari nudi artistici nell’ottobre del 1975.

La gente vò sapé la verità sulla sua morte, specialmente li  studenti de tutto il mondo che me venno a trova. Tutti ce lo sanno der complotto, ma nessuno vò  parlà! Ma te sembra giusto?

Silvio Parrello nel suo studio “Lo Scrittoio”

L’Atelier “Lo Scrittoio”, che per insegna ha una vetusta tavolozza, è stracolmo dei tuoi quadri; questi personaggi in volo ricordano Magritte e Chagall, ma il tuo stile pittorico è decisamente divisionista. Come sei arrivato alla conquista del tuo stile? Vedendo un tuo quadro si intuisce subito che è un Parrello. Ti rendi conto che non è poi così facile conquistare un proprio stile che per questo è originale?

A Giusè, sono una persona che vive in libertà, sono un po’ come era Pier Paolo, sono un pasoliniano autentico e il mio stile, anche se rientra in quella boiata dei divisionisti, è sempre e solo il mio stile, lo stile Parrello, fatto de ‘ste pennellate a quadretti che se sovrappongono, dove l’originalità nasce dall’essere libero al di fuori delle etichette de ‘sti critici! Me piace esse libero, è la libertà degli artisti.  Nun se po’  tené in gabbia un’aquila!

Prima di iniziare questa intervista mi hai ripetutoa memoria: “Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe … Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano … Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna … Io so i nomi del vertice che ha manovrato… sia i vecchi fascisti ideatori … sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti. Io so i nomi … Io so i nomi … del gruppo di potenti che, con l’aiuto della Cia …” Questi nomi, sono poi  stati fatti?

Sì, questi nomi so stati fatti ma non possono essere tutti quei nomi che hanno ammazzato Pasolini. Sul discorso di Antonio Pinna che con la sua macchina hanno ammazzato Pier Paolo, la stampa e gli addetti ai lavori credono anzi, sono convinti che il Pinna è morto, ma non è così perché un amico reciproco, Franco P., l’ha visto e ci ha parlato una quindicina di anni fa a Santa Cruz de Tenerife, nelle Canarie.  Venne allontanato dai servizi segreti per precauzione, per metterlo in salvo, poiché il 13 febbraio vennero incarcerati i fratelli Borsellino e per evitare ritorsioni Antonio Pinna venne allontanato essendo amico di famiglia dei Borsellino.

2 novembre 1975 – il corpo martoriato del poeta all’Idroscalo di Ostia

A proposito di misteri, ho cinque domande da farti:

1.Chi aveva rubato le bobine del film?

I  fratelli  Borsellino.

2.Chi aveva organizzato l’incontro?

I  fratelli Borsellino avrebbero dovuto restituire le bobine del film Salò a Pasolini tramite Pino Pelosi, amico di Pier Paolo già da quattro  mesi.

3.Chi organizzò l’imboscata?

Il “potere” che non voleva essere smascherato e che era stato allertato da  quel famoso “Io so”.

4.Chi c’era all’idroscalo?

In totale erano presenti all’agguato una quindicina di persone.  Nomi noti o meno noti della malavita romana ed estremisti di destra.

5.Come ha fatto la polizia o i carabinieri ad arrivare all’idroscalo senza sapere dell’omicidio e trovare lì, sul posto, Pino Pelosi ?

Pino Pelosi non è mai scappato dal posto del delitto e i carabinieri Guglielmi e Cuzzupè stilarono dei rapporti poco attendibili in quanto scrissero che Pelosi fuggiva sul lungomare Duilio di Ostia a 160 chilometri all’ora  e per giunta, contro mano, mentre la macchina di Pier Paolo Pasolini, la GT Alfa Romeo, venne trovata sulla Tiburtina da una pattuglia della pubblica sicurezza. Anche Graziella Chiarcossi, la cugina di Pier Paolo, dichiarò su Repubblica del 2015 questo fatto, e che venne avvertita da due carabinieri. Loro facevano parte dei servizi che erano stati allertati dell’agguato a Pasolini e si trovavano quella notte nei pressi dell’idroscalo di Ostia.

Che ne pensi di questa morte? Hai una tua teoria?

La notte del 2 novembre del 1975, Pier Paolo Pasolini fu ucciso all’Idroscalo e nel complotto c’è stato anche, come pedina, un ragazzetto de 17 anni che è praticamente impossibile che abbia fatto tutto quello che i giornali dell’epoca hanno riportato. A Giusè, Pier Paolo s’arzava da solo ‘na mucca sdraiata!  Je se metteva sotto e l’arzava. Tu ce credi che ‘sto mingherlino (mostra la foto di Giuseppe Pelosi all’epoca della morte del poeta), da solo, ha ammazzato Pier Paolo?

Ma poi l’ha investito con la macchina?

Lo investì n’amico di Pino Pelosi, l’ha schiacciato con la macchina di Antonio Pinna. Johnny lo zingaro, Giuseppe Mastini, volutamente lo schiacciò. Molti dicheno  pe  scappà… dopo che l’hanno massacrato cor bastone, li pugni e li carci.  Erano in tre, intorno alla machina. Altri due controllaveno da un’altra machina poco distante e n’artro era in moto. Ce so’ di mezzo puro li servizi segreti dell’epoca. Quarcuno è puro morto.

Un vero e proprio complotto. Come fai ad affermare queste cose, non hai paura?

Qui in zona abitano puro quelli che ci avevano ‘na casetta all’Idroscalo, proprio lì dove l’hanno ammazzato. Quella notte li cani abbaiaveno e si sentivano puro le strilla de quelli. Ognuno intorno nun s’azzardava ad aprì le persiane o a uscì dalle case. Se sentivano gli strilli e se vedeveno le ombre in lontananza e la prima machina allontanasse co carma. Poi la moto in corsa e Pino Pelosi a fuggì con la machina di Pier Paolo. Qualcuno m’ha detto che Pino, quella notte,  piangeva come n’agnello  e strillava aiuto!

Allora è stato un omicidio premeditato, compiuto materialmente da un gruppo di persone?

A Giusè, te l’ho detto; è stato un complotto, un delitto de Stato! E ce so’ certi che ancora jé dà fastidio che se tenti de arrivà a sta verità sull’omicidio. Pier Paolo dava fastidio alla destra, alla sinistra, alla chiesa, alla morale comune… insomma, a tutti! Secondo me la Procura de Roma farebbe bene a riaprì er “Caso Pasolini”, ma stavolta, nel caso si riaprisse, bisogna annà fino alla verità, così lo famo riposà in pace. È un’anima inquieta e sta a fa’ male alle coscienze di chi sa der complotto. Famolo riposà in pace!

Giuseppe Lorin

Box informativo:

Così come venne distrutta la vita di uno dei massimi poeti del Novecento, sono state rovinate, imbrattate di vernice, divelte o estirpate le steli, i monumenti, le piante in memoria di Pier Paolo Pasolini. Ricordiamo la stele dello scultore Gaetano Gizzi, il monumento in cemento grezzo dello scultore Mario Rosati e  la scultura realizzata dal maestro Consagra, opera situata in Piazza Anco Marzio, troppo spesso imbrattata da segni che ricordano i maski di Mirò. Anche il glicine appoggiato alle mura di Villa Sciarra venne estirpato e solo questo aprile dopo 45 anni è tornato a rifiorire.

Il Museo Centro Culturale Pier Paolo Pasolini è all’Idroscalo, nella vicina Tor San Michele, roccaforte costruita su progetto michelangiolesco. Alberto Moravia, nella sua orazione funebre, così ricordava il poeta:

… Con la morte di Pier Paolo Pasolini abbiamo perduto anche il ‘simile’. Cosa intendo per simile’? Intendo che lui ha fatto delle cose, si è allineato, nella nostra cultura, accanto ai nostri maggiori scrittori, ai nostri maggiori registi. In questo era ‘simile’, cioè era un elemento prezioso di qualsiasi società: qualsiasi società sarebbe stata contenta di avere Pasolini tra le sue file. Noi abbiamo perso prima di tutto un poeta. E di poeti non ce ne sono tanti, nel mondo. Ne nascono soltanto tre o quattro in un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà fra i pochissimi che conteranno, come poeta. Il poeta dovrebbe essere sacro. Abbiamo perso, dunque, questo poeta, straordinario, che ha creato una cosa nuova e straordinaria nell’Italia: ha creato la poesia civile…

Qui di seguito due poesie di Silvio Parrello.

L’ultima notte di Pier Paolo

Suonando il pianoforte

a casa lo aspettava

guardando le lancette

ma il figlio non tornava.

Il gelo della morte

in quel posto lo braccava

in quella triste notte

che via se lo portava.

Grande la sua arte

come il vuoto che lasciava

le sue tante lotte

gli eventi che narrava.

La madre in disparte

piangente ricordava

quando a braccia strette

in fasce lo cullava.

***

Pasolini un grande del ‘900

Un vulcano la sua mente

in continua eruzione

così rara e dilagante

fuori d’ogni paragone.

Chino mai fu al potente

non ebbe mai padrone

un artista combattente

dal coraggio di un leone.

Da vent’anni ormai assente

ma in costante evoluzione

non vi è Stato o continente

che non conosca il suo nome.

Morì tragicamente

come scritto da copione

a cinquantanni solamente

sotto i colpi di un bastone.

Si pensò all’incidente

a una dura punizione

o alla trama più inquietante

di una losca esecuzione.

**************

Intervista a Dino Pedriali per “Storie Maledette” di Franca Leosini, intervista che parte bene ma finisce ignorando i fatti e i coinvolgimenti politici.

Per rigor di trasparenza propongo qui il link:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=854&v=_tQ0ZufcxA0&feature=emb_logo

Tags: Roma
Giuseppe Lorin

Giuseppe Lorin

Autore di saggi, narrativa, cinema e teatro, scrittore, regista e attore, Giuseppe Lorin, laureato in Psicologia all’Università  “La Sapienza”, vive e lavora a Roma, dove svolge la sua attività collaborando con varie testate giornalistiche on web e cartacee, tra le quali Orizzonti, ediz. Aletti, distr. Feltrinelli; Rivista San Francesco d’Assisi; International Urbis et Artis bimestrale di Arte Cultura e Attualità. Ha scritto e pubblicato su: Roma Capitale; Il Tempo.it; Flip news.org; Periodico Italiano magazine.it; L'Unico.it; Nuovi Argomenti.org; Gliautori.it; Rossovenexiano.it; Partecipiamo.it;  Servire, trimestrale del Sovrano Militare Ordine di Malta. Il 14 giugno 2014 iniziò la collaborazione con il giornale Laici.it diretto da Vittorio Lussana con l'articolo/intervista a Dante Maffia. Negli anni ’80 frequenta gli incontri di giornalismo condotti da Indro Montanelli ed Enzo Biagi. Alcuni suoi testi teatrali sono stati rappresentati e premiati, come: “Scartafaccio, liturgie pasoliniane” con Paolo Lorimer, Tiziana Bergamaschi, Silvio Parrello detto “er pecetto” (Castello Orsini a Soriano); “Risveglio di primavera in poesia: Michela Zanarella in recital” con Elisabetta De Palo, Eleonora Pariante, Chiara Pavoni, Federica Fiorilo, Alessandro Moschini alla chitarra (Teatro Argot Studio); "Gioco d'identità" con Matteo Tosi, Chiara Pavoni, Marco Palvetti, Paolo Zanarella al pianoforte (Giardino di Palazzo Zuckermann a Padova); "L'Estetica dell'Oltre tra Poesia & Teatro" con Michela Zanarella, Chiara Pavoni, Silvio Parrello, Salvatore Gioncardi, Giulio Eccher, Filippo Di Lorenzo (Teatro Argot Studio); "Tragicamente Rosso" scritto in collaborazione con Michela Zanarella ed interpretato da Chiara Pavoni con alla chitarra il M° Mauro Restivo; "Fragile Vita" dedicato a Chiara Insidioso Monda, scritto in collaborazione con Michela Zanarella ed interpretato nella prima versione da Chiara Pavoni, Maria Lo Moro, Marco Bersaglini, Matteo Pasquinelli, Mauro Restivo alla chitarra, Adriana Palmisano cantante; nella seconda versione Chiara Pavoni, Diana Iaconetti, Marco Bersaglini, Matteo Pasquinelli, Mauro Restivo alla chitarra, Carolina Gentile cantante. Dal 2003 è membro di giuria di premi di poesia e narrativa: “Un libro amico per l’inverno” a Rende; “Pioggia di Libri” a Taranto; “Memorial Gennaro Sparagna” a Minturno; “Città di Torvajanica” a Torvajanica; "Premio di Poesia Città di Latina" ideato e organizzato da Alessandro Vizzino e Giulia Vertucci; "Premio Internazionale Le Ragunanze" a Villa Pamphilj - Roma; Premio Xilema "Accendi le Parole" al castelletto di Porta Ostiense – San Paolo. Ha pubblicato saggi sui seguenti personaggi: Vito Pandolfi, Marilyn Monroe, Francesca Bertini, Greta Garbo, Dante Maffia, Dacia Maraini, Dino Buzzati, Isabella Morra. È l’autore di: “MANUALE DI DIZIONE”, Nicola Pesce editore/Tespi, con prefazione di Corrado Calabrò, già presidente AGICOM garante della Comunicazione Italiana, e Dacia Maraini.  DA MONTEVERDE AL MARE”, con prefazione di Jonathan Doria Pamphilj  “TRA LE ARGILLE DEL TEMPO”, romanzo postfantastorico, unico nel suo genere e I della trilogia.  “ROMA, I SEGRETI DEGLI ANTICHI LUOGHI”, romanzo postfantastorico. II della trilogia.  “ROMA, LA VERITA' VIOLATA”, Alter Ego Edizioni, romanzo postfantastorico. III della trilogia.  “TRANSTIBERIM, Trastevere, il mondo dell'oltretomba”. A passeggio lungo la sponda destra del Tevere alla scoperta di posti e storie sconosciute. Bibliotheka Edizioni. Guida storico turistica.  “DOSSIER ISABELLA MORRA”, la storia della poetessa del XVI secolo. Saggio storico che raccoglie 7 poesie di: Dacia Maraini, Dante Maffia, Michela Zanarella, Corrado Calabrò, Marcella Continanza, Vittorio Pavoncello, Antonella Radogna. 2019. Bibliotheka Edizioni.   “CISTIBERIM, Vmbilicvs Vrbis Romae”, volume 1, Bibliotheka Edizioni, Saggio sulla Storia dei monumenti, colli, personaggi, chiese ed altro che si trovano sulla sponda sinistra del Tevere, con prefazione di Fabiano Forti Bernini (discendente di Gian Lorenzo Bernini).  “CISTIBERIM, il Potere e l'Ambizione”, volume 2, Bibliotheka Edizioni, Saggio sulla Storia dei monumenti, dei 7 colli, dei personaggi, dei papi e dei presidenti del Palazzo, delle chiese e dei palazzi del potere, ed altro ancora che si trova sulla sponda sinistra del Tevere, con prefazione di Fabiano Forti Bernini (discendente di Gian Lorenzo Bernini).   “CLEOPATRA, la schiava dei Romani - Viaggio introduttivo nella terra dei faraoni”, Bonfirraro editore (in uscita a Gennaio 2023) Personaggi Intervistati: Carlo Rubbia premio Nobel, Dacia Maraini, Mauro Mellini, Corrado Calabrò, Furio Colombo, Pappi Corsicato, Lorenzo di Las Plassas, William Ward, Piero Meogrossi, Rosario Sorrentino, Luciano Mecacci, Milena Vukotic, Alessandro Gassman, Jonathan Doria Pamphilj, Alba Gonzales, Roberto Vecchioni, Italo Moscati, Roberto Ormanni, Donatella Bisutti, Dante Maffia, Marcella Continanza, Donatella Pecci Blunt, Massimo Fecchi, Dino Pedriali, Silvio Parrello, Paolo Fallai, Angela Molteni, Lucia Goracci, Michela Zanarella, Vittorio Pavoncello, Gianluca Mech di Tisanoreica, Stefano Pozzebon, Vittorio Michele Craxi, detto Bobo... ed altri…  Giuseppe Lorin conduce eventi di prestigio con il patrocinio dell’Ambasciata di Svezia, del Consiglio dei Ministri, della Regione Lazio, del Comune di Roma Capitale, del XII Municipio, ed è lettore e moderatore nelle presentazioni di libri. Collabora con accademie, scuole e associazioni culturali per la realizzazione di corsi su “La magia dell’interpretazione con il Metodo Mimesico”; è docente di Dizione, Dizione interpretativa, di scrittura creativa, di Dizione nella comunicazione interattiva per politici, di marketing & pubblicità, di ufficio stampa e giornalismo. È membro di giuria di Premi e Concorsi Nazionali ed Internazionali.  Ulteriori informazioni sempre aggiornate: http://giuseppelorin.blogspot.it oppure, scrivendo su Google: Giuseppe Lorin

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