Claudio Simonetti, compositore, musicista, fondatore del gruppo progressive Goblin e soprattutto autore delle colonne sonore di pellicole italiane e americane, in particolare dei film di Dario Argento come Profondo Rosso, Suspiria, Phenomena, Opera, Non ho sonno, Il cartaio, La terza madre, Dracula 3D, nonché di Zombi e Wampyr di George A. Romero. Lo incontriamo per scoprire dalle sue parole la sua lunga carriera definita dallo stesso “fortunata”, ma sarà per davvero pura fortuna o semplicemente la giusta conclusione di una bravura sovrumana? Scopriamo insieme Claudio Simonetti
Figlio d’arte, quanto ha pesato nella sua carriera, essere figlio di Enrico Simonetti? Essere figlio d’arte in generale non è mai facile, nonostante sin da piccolo fossi stato additato come figlio di Simonetti, quando decisi di fare il musicista sapevo già che sarei andato incontro a paragoni, la gente avrebbe pensato che qualsiasi cosa facessi, sarebbe stato per raccomandazioni, però ebbi la fortuna, e di questo devo ringraziare anche mio padre, che mi presentò alla casa discografica con la quale successivamente ci fece incidere Profondo Rosso. Facendo un genere completamente diverso dal suo, non mi sono mai messo a confronto con lui e non siamo mai apparsi in televisione insieme; quindi, lui non mi ha mai presentato al pubblico come hanno fatto altri e da una parte è andata meglio così perché sin dall’inizio sono partito bene e devo ringraziare lui per avermi dato la possibilità innanzitutto di fare il musicista e di non avermi mai ostacolato e poi di avermi comunque introdotto in un certo ambiente.
Qual è stato il suo rapporto con la televisione, visto che suo padre veniva proprio da lì? Sin da bambino sono sempre stato dietro le quinte, andavo al Teatro delle Vittorie, ho conosciuto Mina e i più grossi quando mio padre faceva i programmi; pertanto, ho visto anche come si lavora, ho imparato molto. Dopo ho avuto la possibilità di fare la televisione quando già con le apparizioni dei Goblin eravamo in classifica con Profondo Rosso. Poi ho incominciato da solo debuttando nel 1981 proprio con Sotto le stelle dove dirigevo l’orchestra. Li ho cominciato e ho continuato facendo svariati programmi da Domenica In, con Pippo Baudo al Teatro Olimpico e poi ho partecipato al programma con Magalli, Pronto, è la Rai? . La televisione l’ho fatta fino alla fine degli anni 90 poi sono tornato a lavorare per il cinema e mi sono dedicato di più ai concerti. La televisione l’ho un po’ messa da parte, perché è un mondo molto sibillino, nel senso che magari ti dà popolarità in quel momento dopo cambiano le cose e ti ritrovi senza nulla. Io sempre mantenuto il mio lavoro al di fuori della televisione proprio perché avevo imparato che da un momento all’altro puoi non lavorare più.
Come sono nati i Goblin e proprio perché questo nome? Ovvero, perché c’è stata la necessità di cambiare nome al gruppo già esistente, gli Oliver? Io e Massimo Morante che è scomparso lo scorso giugno, quando iniziammo a registrare un disco come Oliver, nello stesso momento Dario Argento cercava una band rock per il film Profondo Rosso anche se aveva già incominciato a farlo con il maestro Giorgio Gaslini che era un grandissimo musicista; infatti, alcune musiche di questo film sono state scritte da lui. Noi ci siamo ritrovati lì nel momento giusto, al posto giusto, Dario Argento ascoltò quello che stavamo facendo come Oliver e decise di farci fare la colonna sonora di Profondo Rosso. Dopo la registrazione della colonna sonora di Profondo Rosso, siamo tornati a finire l’album degli Oliver che poi è uscito con il nome di Cherry Five, però Profondo Rosso era un progetto completamente diverso che abbiamo composto insieme Walter Martino, alla batteria. La casa discografica decise di far uscire i due dischi con due nomi diversi e fu scelto il nome di Goblin. Ecco perché esistono due gruppi distinti e diversi, poi chiaramente Goblin ha preso il sopravvento e ha avuto un grandissimo successo e siamo rimasti Goblin.
Come nasce la colonna sonora di un film di successo come Profondo Rosso o Suspiria? Profondo Rosso è nato perché Dario Argento voleva certe sonorità e ha trovato in noi quello che cercava e quando ci disse più o meno quello che voleva per Profondo Rosso noi abbiamo incominciato a scrivere le musiche, gli sono piaciute e le abbiamo registrate. È stato un lavoro molto rapido scritto in una settimana quasi tutto. Abbiamo registrato alcuni pezzi che poi sono stati tagliati e montati sul film. Noi non ci aspettavamo un successo del genere, perché era una cosa nata casualmente. Completamente inesperti, è stato il primo film e il primo lavoro, devo dire che siamo stati fortunati ad aver trovato Dario Argento che ci ha dato fiducia ed è stato fortunato lui a trovare un gruppo come noi che poi ha scritto queste cose qui. Invece per Suspiria, tre anni dopo, visto che ha avuto un grandissimo successo avevamo venduto già di un milione di album di Profondo Rosso, la casa discografica ci mise a disposizione più tempo, Dario Argento ci fece lavorare con più tranquillità, siamo stati quasi due mesi in studio per fare Suspiria, anche perché era un film che richiedeva un certo lavoro di ricerca di suoni molto più che Profondo Rosso. Infatti, Suspiria che è il film di Dario Argento più famoso nel mondo è quello che ha la colonna sonora più originale.
Quest’anno sono 45 anni di “Suspiria”, 40 di “Tenebre”, 35 di “Opera”, quanto ha inciso la collaborazione con Argento nella vostra carriera artistica? Per me è stata fondamentale, anche perché io con i Goblin ho fatto pochi film con Dario, ho fatto Suspiria e Profondo Rosso, poi abbiamo fatto Tenebre con i nostri nomi Simonetti e Pignatelli non come Goblin e poi ho incominciato la mia carriera da solo con Dario. Io ho fatto undici film con lui e tre prodotti da lui.
Nel 1999 fonda i Daemonia, fondamentalmente cosa li discosta dai “Goblin” o li rende simili? Venivo già da due grossi successi perché io all’inizio degli anni 90 avevo fatto un album che si chiamava Simonetti Horror Project in cui avevo riproposto tutte le varie colonne sonore in modo un po’ alternativo, un po’ elettronica, un po’ rock. Feci due album Simonetti Horror Project 1 e Simonetti Horror Project 2 ed entrambi hanno venduto circa cinquecentomila copie, era già un bel traguardo calcolando che quando uscì Profondo Rosso c’erano soltanto i vinili e la gente comprava solo i vinili non c’erano copie digitali, anche negli anni 90 pur essendoci i cd vendere quelle cifre era abbastanza importante. Ad un certo punto ho sentito il bisogno di avere una band con la quale tornare a lavorare e avendo finito con la televisione, ho deciso di tornare dal vivo con un gruppo rock vecchia maniera e ho fondato i Daemonia, musicisti della scena rock underground romana ed abbiamo creato un gruppo che era abbastanza hard rock ed abbiamo fatto delle versioni più incisive rispetto agli originali e inciso il disco Dario Argento Tribute.
Può raccontarci qualcosa in anteprima sul film dal vivo e sul concerto best hits che si svolgerà in Giappone a novembre? In Giappone ci vado da tanti anni ed ogni anno presentiamo un film dal vivo, l’ho fatto anche in Italia e in tantissimi altri posti. In America, abbiamo realizzato dal vivo Profondo Rosso. Realizzarlo dal vivo significa che viene proiettato il film e noi suoniamo la musica sopra così com’era l’originale. In Giappone li abbiamo fatti tutti, Tenebre, Zombi, Suspiria, Profondo Rosso e quest’anno per la prima volta faremo Phenomena. Oltre alla proiezione del film, c’è una seconda parte in cui si fa un concerto con tutti i grandi successi, anche lì con un supporto visivo con tutti i videoclip originali e quindi suoneremo sia al concerto che al film. Sempre a fine ottobre partirò con un tour americano anche questo è il quinto tour che faccio in America, quest’anno faremo Suspiria in occasione del quarantacinquesimo anniversario, per questa occasione a settembre uscirà un cd e un vinile con tutti i rifacimenti fatti da me di Suspiria, in maniera completamente diversa con una musicalità più moderna rock e prog che si discosta dall’originale proprio per fare un omaggio a questo film che festeggia i suoi quarantacinque anni .
Per concludere, un bilancio sulla sua carriera, più delusioni o più soddisfazioni? Delusioni ne ho avute tante, come tutti, però poi ho avuto tantissime soddisfazioni. L’unica cosa è che mi dispiace di dover dire che nessuno è “Nemo profeta in patria”, nel senso che io vado a suonare in tutto il mondo ed è un’accoglienza diversa di cultura, di pubblico, l’Italia è sempre un bel problema perché per svariati motivi non si riesce mai, ma non solo io tutti i gruppi anche dell’epoca che son tornati in auge e tantissimi altri non riusciamo a trovare la stessa collocazione che ci danno quando andiamo a suonare fuori, è un peccato questo e mi dispiace molto. Ormai ci siamo rassegnati per fortuna che esiste l’estero.
Eleonora Francescucci