Quasi un anno fa, il 17 maggio del 2013 sul blog personale di Francesco Lanza compare un articolo dal titolo “Un troll pentito svela come la Ka$ta paga i provocatori online”. L’intervista a un provocatore online, un cosiddetto “troll“. Gente che di professione provoca discussioni in rete.
L’intervistato racconta della sua vita sempre connessa, di guadagnare 4-5.000 euro e di chi c’è dietro a tutto questo: «Un grosso gruppo economico legato trasversalmente a tutti i partiti. Ma non posso dire altro». Un centinaio di persone in tutta Italia.
È chiaramente un fake come mostra la troll-face finale e come conferma inutilmente e ripetutamente l’autore, ma la notizia, dopo appena due giorni, viene rilanciata dal blog di Grillo, poi da stampalibera e qualche centinaio di altri blog, e ancora la scorsa settimana da ilfattoitaliano e informarexresistere.
Cosa possiamo aggiungere noi? Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e sicuramente in rete c’è tanta disinformazione che in questo periodo a qualcuno può fare comodo.
di Fabio Galli