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Conferimento premio Nobel per la scoperta della massa dei neutrini

(SECONDA PARTE) Si riprende il precedente articolo sulla massa dei neutrini lasciato in sospeso, per la conclusione in questa seconda parte. Vi sono delle profonde incongruenze da superare per accettare come verità assoluta, il sommo riconoscimento del premio Nobel ai due ricercatori. Le contraddizioni insite nella stessa dotazione di massa che queste particelle elementari possederebbero, sono oggetto infatti, dei commenti che seguono.

Alberto Zei by Alberto Zei
5 Aprile 2016
in Politica
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Conferimento premio Nobel per la scoperta della   massa dei neutrini
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di Alberto Zei  

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I contraddittori limiti dalla  continuità – Di contraddizioni da superare se ne ritrovano a sufficienza, come quella della  velocità che dovrebbero avere i neutrini secondo la “Relatività ristretta” e che dovrebbe essere quella luminale, ossia quella della luce solo se i neutrini sono privi di massa. In caso contrario, ossia di corpuscoli massivi, questi subirebbero un rallentamento in funzione non lineare della quantità di materia di cui sarebbero costituiti. Di quanto? Nessuno ancora può dirlo con certezza. Vi è però una verità della fisica quantistica che riguarda tutto l’universo, compreso il tempo. E’ infatti dimostrato matematicamente che tutto è composto di quanti e cioè, di  entità elementari piccolissime al di sotto delle quali non c’è più possibilità di scendere. Così anche il tempo scorre per quanti. Gli eventi sono come fotogrammi di una pellicola che solo in sequenza danno l’illusione della continuità.

Esplosione della Supernova nella Grande Nube di Magellano la cui luce è giunta sulla Terra nel 1987

Ebbene, analogamente a quanto detto,  non è possibile nell’infinitamente piccolo concepire qualcosa, compreso il tempo, che sia con continuità sempre più piccola della più piccola. Inoltre le grandezze delle  particelle primarie si distinguono per  grande differenza quantitativa dalle altre della stessa famiglia. In  apparente contraddizione i neutroni e i protoni; ma solo questi ultimi  sono particelle primarie e non possono perciò, essere comparati  per densità di materia con i neutroni poiché questi sono dei composti e pertanto non costituiscono alcuna eccezione alla regola, poiché le  leggi dell’universo    non   lo consentono. I cambiamenti di stato dell’estremamente piccolo che compone l’estremamente grande, avvengono infatti per salti discreti, ossia, per quanti.

 Precisazioni sulla spazio-tempo – Quando il CERN  nel 2011 fu vittima di quella terribile cappellata sulla misura della velocità dei neutrini, ritenuta superiore a quella della luce, il tempo di sopra avanzamento stimato in un tratto di 730 km era di 60 milionesimi di secondo in più di quella luminale. Ma una  riprova empirica e inconfutabile che la velocità  dei neutrini e dei fotoni  fosse la medesima della luce, era stata data già dal 1987, quando arrivò sulla terra la visione (ossia, i fotoni) della supernova distante dalla Terra circa  168 mila anni luce,  apparsa nella Grande Nube di Magellano, che per qualche giorno si manifestò in tutto il suo immenso fulgore. Ebbene, in quella occasione, in virtù di un  numero  trascendente di neutrini (e antineutrini) scaturiti dalla disintegrazione del corpo celeste, i più grandi rivelatori del mondo installati nei due emisferi, intercettarono un congruo numero di presenze sui detectors.  Cinque ore  più tardi, della rivelazione  dei neutrini  ebbe luogo la visione dei primissimi segni dell’ esplosione. Questo fatto è di estrema importanza  scientifica poiché per la prima volta al mondo si è avuta la inconfutabile  certezza che la velocità dei neutrini e quella dei fotoni, ossia  quella della luce, fosse la medesima.

FIG 2

Differenze che restituiscono  la parità – La spiegazione è semplice in quanto è vero che dopo un viaggio cosi lungo,  i  neutrini arrivarono  sulla Terra alcune ore  prima  dei fotoni, ossia della luce dell’esplosione, non perché avevano una diversa velocità rispetto ai fotoni ma solo per il fatto che erano stati espulsi prima, ovvero,   durante l’ implosione; implosione  che è la fase iniziale dell’ evento catastrofico delle supernove. In questo tempo  che dura poche ore,  una parte considerevole della energia della supernova che collassa  comprimendo la materia, viene irradiata sottoforma di neutrini che si formano quando gli elettroni e protoni dei nuclei  si fondono  in neutroni.Solo dopo alcune ore, per l’ effetto della compressione e del conseguente  iperiscaldamento di tutta la materia siderale, si determina  per rimbalzo l’ evento opposto, ossia,  l’ esplosione cosmica della supernova. Questa  polverizza il corpo dell’ astro dal quale improvvisamente  scaturisce una immensa vampata di luce, ovvero, di fotoni. Ma la maggior parte dei  neutrini era già  sfuggita  prima, per effetto della loro piccolezza attraverso le maglie della materia che si comprimeva nel tempo della implosione, che come detto,    anticipa di qualche ora quello dell’esplosione.

Il tempo granulare –  differenza delle poche ore tra la partenza dei flussi di neutrini e quello dei fotoni è stata  infatti riscontrata anche nell’ arrivo, poiché  neutrini e fotoni hanno percorso lo spazio alla stessa velocità  luminale (300mila km/sec.), mantenendo pertanto  tra di loro il medesimo distacco della partenza. Va però  anche ricordato che la distanza della supernova dalla Terra è di 168 mila  anni-luce e quindi proprio per la granulosità degli stessi quanti di tempo, (teoricamente misurabili), non sarebbe possibile ottenere rispetto ai fotoni, una differenza di arrivo esageratamente minima  in rapporto alla distanza  cosmica del  percorso superato.                                                                                                        

Sciami particelle e neutrini che giungono a terra, sono causati     nella atmosfera dalla collisione di un protone

 Ovviamente ciò che vale per  l’anticipo, vale  anche per un eventuale ritardo. Se infatti, quella variazione temporale di 60 milionesimi di secondo, che sembra un’inezia, del percorso sperimentale di neutrini tra il CERN e il Laboratorio del Gran Sasso (LNGS) fosse parimenti applicata ai neutrini scaturiti dalla implosione della supernova, allora questi  sarebbero arrivati sulla terra prima ancora dell’inizio della storia dell’umanità e cioè con il congruo (è un eufemismo!) anticipo di ben 4140 anni! Era quindi più che evidente al momento dell’annuncio al mondo da parte degli allora responsabili del CERN e di L’Aquila  che i neutrini non potevano essere  dotati di velocità super-luminale e che  una notizia di tal genere  non poteva avere alcuna possibilità di essere accettata  per più di  qualche settimana.

Mille teorie non valgono un fatto – Da  una  parte ci  troviamo  di  fronte  ad   un fatto   inconfutabile,  almeno   per  il momento:  “I neutrini hanno una massa” poiché non sarebbe possibile negare la fiducia all’operato dei  giudici di Stoccolma.  Pertanto si  accetta anche che esista una differenza di massa fra i vari tipi di neutrini, ovvero, tra i  sapori, ma non si sa ancora quale sia la massa di riferimento,  ad esempio se quella  del neutrino elettronico. La affermazione che:“I neutrini hanno una massa” non è ancora stata dimostrata sperimentalmente. Ai Laboratori del Gran Sasso,  i lavori per la determinazione diretta della “massa del neutrino” stanno continuando ma non si hanno previsione certe e/o affidabili sui tempi di attesa. D’ altra parte, non sarà però, questo riconoscimento di Stoccolma della massa,  che interverrà sui cardini fondamentali e consolidati della nostra cultura scientifica occidentale e cioè  su quelli della relatività e in secondo luogo quelli del Modello Standard e della  relativa Teoria Standard. In estrema sintesi si può dire che i neutrini possono far “oscillare” la loro identità di sapore soltanto nel caso che gli stessi siano dotati di massa; ma la certezza della massa dei  tre sapori  dei neutrini non può essere confermata, senza ricorrere alla interpretazione sistematica tra i contenuti dei seguenti  presupposti:

  • la mancanza di massa è in accordo con la  velocità luminale della  Relatività ristretta;
  • la dotazione di massa  è stata  riconosciuta dal conferimento  del Premio Nobel 2015
  • la mancanza di massa  è in accordo con la Teoria Standard
  • la dotazione di massa  è indispensabile  per esprimere  variazioni di sapore;
  • la mancanza di massa corrisponde alla  costatazione strumentale (degli Osservatori dei neutrini dislocati intorno al mondo) che i fotoni provenienti dalla Supernova del 1987 e i relativi neutrini sono arrivati sulla Terra in sostanziale contemporaneità.

Quale veritàIn merito alla velocità va detto che qualsiasi fermione a causa della sensibile differenza di massa  tra le altre particelle, si differenzierebbe in velocità rispetto a quella luminale, tanto che qualsiasi velocità si voglia attribuire ai neutrini, non esistono esempi in natura  di quanti, ossia,di quantità  di grandezze fisiche  (massa nel caso di specie) in progressione cosi ravvicinata da  non consentire di distanziare i neutrini  e i fotoni neppure di  “una tacca” dopo 168 millenni di viaggio comune. 

Dalla incompatibilità di questo combinato, deriva il fatto che alcuni   dei presupposti indicati, tra cui quelli  relativi al riconoscimento del Premio Nobel, siano  falsi.  Quali? Le contraddizioni di oggi inverosimilmente reggeranno il  confronto di domani?

Alberto Zei

Alberto Zei

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