La vicenda lasciata in eredità dalla Raggi è notoria. Cinghiali che camminano impunemente lungo il tratto della Cassia e nelle vicinanze del quartiere Trionfale. Non si possono abbattere, difficile allontanarli e ricollocarli. Il problema, sebbene fortemente ridimensionato con modalità che restano tuttora un mistero, si somma però alla presenza di altri sgraditi ospiti.
Tra questi sono ben conosciuti gli antichi roditori che da sempre vivono a ridosso delle comunità umane. Sono i topi. Nella grandi città diventano grandi anche i topi quando hanno l’opportunità di nutrirsi con scarichi che modificano la loro struttura biologica per il sistema nutrizionale modificato. Ma oltre ad essere grandi, come fattezze, i roditori sono diventati anche molti. Se ne stimano circa in numero di setto ogni abitante. Fatti i dovuti calcoli a Roma insieme a due milioni seicentomila abitanti avrebbero dimora tredici milioni di topi.
Il problema è anche la loro concentrazione. Si trovano specialmente a ridosso della stazione Termini, nelle vie del centro storico, a Torpignattara, Tiburtina, Trastevere e Pigneto. Questo almeno secondo le segnalazioni riportate da Aducta di cui oramai trattano le agenzie stampa, essendo le segnalazioni sempre più allarmate e sempre più pericolosamente frequenti.
Ma la novità assoluta per la città, notizia di cui tutti parlano a Tufello, consiste in una vipera. La Guardia forestale ha confermato. Pare sia una vipera in cinta, quindi particolarmente aggressiva. Cartelli con la foto di vipera nel rione romano ne allarmano la popolazione affinché faccia attenzione. Con tanto di foto si legge di suoi avvistamenti nei cortili di Via Monte Massico e via Monte Crocco.
In sostanza il dissesto agrobiologico nella Capitale è al massimo. Ma essendo nelle sue tradizioni migliori la qualità di fare di necessità virtù la presenza dei diversi rappresentanti del panorama ecologico darà ai quartieri una caratteristica precisa. Quindi non si dirà più: io abito a Testaccio o a Monte Sacro. Piuttosto al rione della serpe, piuttosto che al rione del canguro. Così vanno gli alti e bassi della città eterna.