Città universitaria blindata, pedardi e fumogeni. Quindi la carica della polizia, dunque feriti e fermati. Era previsto un convegno su “Biodiversità e aree protette” presso la sede del rettorato. Invitate le più alte cariche dello stato, tra cui Napolitano e Letta. Transenne dovunque, tutto blindato. Napolitano e Letta avrebbero mandato un video messaggio senza presenziare. C’erano invece i minitri dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, dell’Ambiente, Andrea Orlando, della Salute, Beatrice Lorenzin e del Lavoro, Enrico Giovannini.
Pedardi, fuochi d’artificio e cori ad accogliere le personalità: i ragazzi non intendono concedere «nessuna passerella a chi taglia», come si legge da uno dei tanti striscioni. Il corteo parte da Lettere, viene infoltito da studenti di tutte le facoltà. Due feriti, due i fermati appena rilasciati. Prima del rilascio gli studenti sono entrati in tutte le sedi continuando a manifestare per avere indietro i compagni. «I ragazzi fermati sono stati presi casualmente, tra quelli in testa al corteo; non possono aver fatto nient’altro fuorché lancio di uova e pedardi, non è vero – come dicono – che abbiamo sfondato la porta del rettorato»: Chiara, studentessa di medicina, spiega così l’arresto e l’aggressione dei caschi blu. In effetti, al momento dell’attacco, il corteo stava retrocedendo. La polizia ha rincorso i manifestanti, sotto moniti del genere: « prendiamone qualcuno, fermate qualcuno!».
La protesta vuole essere un messaggio contro l’ipocrisia di chi continua a dire «stiamo lavorando per voi e invece ci sta fregando, negandoci il diritto allo studio», afferma un ragazzo al secondo anno di lettere. «Vengono a parlarci di Green Economy e poi non si preoccupano di noi, di alcuni di noi che devono tornare a casa perché non possono mantenersi. Abbiamo stanze sfitte alla casa dello studente che non vengono assegnate»: così un’altra studentessa di medicina ci spiega che la protesta unisce vari gruppi che gravitano intorno all’ambiente universitario.
La situazione sembra già pacata e rientrata. Il corteo per molti è stato spontaneo e non c’erano linee precise sul post-manifestazione. Purtroppo non è emerso un programma chiaro, o non tutti i ragazzi lo avevano chiaro. Anche perché chi era in testa al corteo, perlopiù, si è rifiutato di parlare. Molto consapevoli gli studenti di medicina, invece. Una parte di loro – alcuni aderenti alla Federspecializzandi e Associazione italiana giovani medici – era davanti Montecitorio per un sit-in per chiedere di bloccare i provvedimenti mirati a tagliare le borse degli specializzandi. Altri, anche se al primo anno, si dicono «seriamente preoccupati per il futuro: una volta laureati sarà incerto come quello dei compagni delle altre facoltà, del resto».
Elisiana Fratocchi