L’intervista a Massimo Ivan Falsetta – per gli amici Max – il giovane regista calabrese. Max ha fra gli inizi della carriera una sezione del nascente “Sila Festival – Mostra di cinema eco-ambientale e della terra d’origine” e la collaborazione con Eugenio Bennato al “Kaulonia Tarantella Festival” realizzandone il documentario. E’ l’unico regista indipendente italiano autorizzato dalla Santa Sede a filmare il funerale di Giovanni Paolo II e l’elezione di Papa Benedetto XVI; vicepresidente e socio fondatore dell’Associazione Culturale Artisti Italiani; suo il videoclip del brano Party Queen, estratto dall’album Kaos che segna il ritorno mondiale della band francese Rockets, popolarissima negli anni Settanta/Ottanta (Fabrice Quagliotti il tastierista leader del gruppo è nel film Onde Road); autore dell’opera “Terre di musica”, un viaggio tra i beni confiscati alle mafie e realizzato con “Il Parto delle nuvole pesanti”; oggi con i Demax (Devid Morrison & Massimo Ivan Falsetta) duo di musica elettronica, al primo album. Intanto Le proiezioni di Onde Road questa estate nelle arene cinematografiche di Roma con un salto a Botricello e Catona, in Calabria. Non è finita qui: il film varca i confini nazionali per andare all’estero, e oggi, sabato 10 Ottobre, è al Cinéma du Panthéon di Parigi. E intanto si gira anche sui set di Ostia.
Max, che cos’è un regista?
È la coscienza personale che vuole parlare alla coscienza globale. Se hai la presunzione di fare arte, allora il tuo messaggio deve toccare gli animi e smuoverli.
Il 12 settembre scorso, si è conclusa la settantaduesima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Il rocker Vasco Rossi, intervenuto il giorno prima per la presentazione del Decalogo di Vasco il docufilm di Fabio Masi, ha detto che “Se un artista non si mette a nudo, la sua arte non vale niente” e Max dice che…
Se ha un trascorso interessante si, ma preferisco mettere a nudo le emozioni in un messaggio che può essere anche personale ma che parli al cuore di chi lo riceve.

Curiosità: Quali sono i tuoi film preferiti? Quale genere preferisci?
Beh, sarebbe lunga la lista, ma amo il cinema italiano dell’era d’oro e anche il cinema di genere italiano, ormai scomparso. Non ho un genere preferito, mi annoia la commediaccia. La commedia elegante invece è uno spasso.
In effetti è difficile fare una scelta. Il movie degli anni ’60 è la pellicola che filma – e interpreta con creatività e genio – cambiamento, incoerenze e malessere propri del boom economico italiano. Troppi capolavori, grandi maestri e eccellenti debuttanti che hanno portato il nostro cinema alla ribalta internazionale. Qualche nome su tutti dettato dall’estemporaneità mnemonica: Fellini, Germi, Bertolucci, Pasolini. Possiamo provare un’altra inquadratura con una diversa angolazione. Possiamo stringere il campo. Sei regista e sceneggiatore, non sarà un problema per te lasciare il campo lungo e fare uno zoom per un bel primo piano: quando e qual è stato il primo film visto in sala che ha destato più coinvolgimento?
La Dolce Vita è un manifesto di bellezza e arte cinematografica, se hai avuto la fortuna di vederlo, come me, nella Calabria di oltre venti anni fa, quando internet non consentiva lo streaming, non puoi non restarne ammaliato. E’ stato per me come iniziare a tifare da bambino il Milan negli anni degli olandesi.
Altra cosa ancora il film di genere, che abbraccia un tempo che va dalla metà degli anni ’50 agli anni ’80. Generi diversi, periodi diversi, unico filo conduttore: scuotere lo spettatore, ottimizzando grande talento e magro budget. Ecco qualche titolo come Per un pugno di dollari di Sergio Leone e La polizia ringrazia di Steno o Profondo Rosso di Dario Argento, quale dei tre consiglieresti ad un amico e perché?
Chiaramente tutti, ma se devo fare proprio una scelta scelgo Per un pugno di dollari, una regia innovativa che ha fatto amare un genere di importazione rendendolo più grande, Profondo rosso è tensione pura magari potrebbe turbarlo.
Max, in confidenza: titolo di una commediaccia di cui ti hanno parlato male e non andresti a vedere; titolo di una commedia elegante di cui ti hanno detto un gran bene e che andresti a guardare…
Beh, su gusti personali chiaramente scelgo a chi destinare il prezzo del biglietto, ma non voglio scoraggiare nessuno, in fondo è incasso per le sale e dietro ha comunque lavorato una troupe e un collega. Posso solo dire che mi dispiace che ci sia poca scelta e che ormai gli investimenti produttivi in Italia vadano solo a chi fa cinema d’autore ad altissimi livelli o commedie spicciole , quando sapremmo e potremmo fare di tutto. Dai, per par condicio, non sponsorizzo nessuno, anche perché sono malinformato sulle nuove uscite. Per me una commedia elegante può essere “Quasi Amici” per capirci, ridi ma ti lascia un messaggio. In Italia ormai la trama è quasi uguale per tutto e ci si affida magari alla verve degli attori.
Parliamo del tua opera cinematografica ora. Oltre a celebrare i 40 anni di radio libere, perché nasce “Onde Road”?
Perché ogni tanto bisogna pur parlare di libertà e se non ci pensiamo noi predicatori di celluloide…
Breve sintesi, tour e riconoscimenti del film…
Awanagana, speaker storico di Radio Montecarlo, con un atto terroristico ma romantico, blocca tutte le frequenze delle radio moderne. Una fantomatica speaker (Francesca Zavettieri), nascosta chissà dove in Calabria, inonda l’etere con trasmissioni di repertorio nazionali degli anni 70 e 80 (vere). Federico L’olandese Volante, capo della censura futuribile, un corpo speciale dei servizi segreti, non può permetterlo e invia l’agente Barbara Bi (Barbara Cambrea) a setacciare la Calabria alla ricerca del nascondiglio e anche di se stessa. In questo viaggio capiterà di tutto: balli, alieni (Fabrice Quagliotti), risate e sentiremo di tutto (rigorosamente contenuti originali), ricostruendo il favoloso mondo delle radio libere. Il finale è persino oltre oceano, a New York.
Il film è uscito nelle sale italiane a Marzo ed è ancora in circolazione. E’ stato in concorso ai David di Donatello.

Riporto di seguito le parole rilasciate in un’intervista al momento del lancio del film:“C’è la storia dei primi dj, quando in quegli anni d’oro non esisteva, per chi faceva radio, il condizionamento della società e, ahimè, della criminalità; quando i giovani calabresi erano convinti di conquistare il mondo. I personaggi sono eccezionali, tante storie diverse che evidenziano l’originalità e la spontaneità della radio. C’è da ridere, anche se il film fa riflettere molto. (…) Quindi Calabria come scenografia naturale e fonte di storie uniche e, per una volta, lasciatemelo dire, che non si racconta e non racconta il male di se stessa”.
La prima frase è il riepilogo appassionato di Onde Road; la frase successiva è una dichiarazione incondizionata d’amore per la tua terra. Che cosa vincola di più la tua vita, il lavoro o le origini?
Le origini sono nel mio cuore e nel mio accento che nonostante gli oltre 12 anni di Romanità ancora persiste. Il lavoro e il desiderio di fare cinema è tutto, mi è costato davvero tanto, ma è sempre merito dell’essere un uomo del SUD se nei momenti difficili non mollo, quindi è una continua simbiosi del mio essere uomo prima e artista dopo. Per il resto dribblo i vincoli che la società ci propina come posso … cosciente che già avere vincoli, e li ho, non è comunque da me, che sono alla costante ricerca di un sentimento di libertà.
Passiamo all’aspetto pratico. Quanti soldi occorrono per girare un lungometraggio?
Tanti… ma con l’aiuto di persone di cuore, le imprese di vita superano le difficoltà economiche.
Hai scelto tu gli attori del film?
Certo.
Cortesemente, vuoi aggiungere perchè questo cast di attori e perché la partecipazione straordinaria del duo Miseferi&Battaglia?
Per quanto riguarda il cast, ho scelto i personaggi delle radio dopo attenta fase di ricerca e documentazione per trovare le storie e i personaggi che potevano far uscire la grandezza delle radio libere, cioè che tutti potevano fare radio. Quindi svariamo dal disc jockey del piccolo paesino fino a Federico L’Olandese Volante. Battaglia e Miseferi iniziarono proprio con le radio, e la loro verve non poteva non mancare se vuoi associare comicità e storia toccando il territorio di Reggio Calabria da dove i due sono originari.

Sinceramente, quali sono state le scene più difficili da girare?
La messa di Pasqua con rito bizantino ancor prima dell’alba è stata dura per i dormiglioni ma gratificante.
Spigolatura: al cinema si provano le scene come a teatro o s’improvvisa di più?
Si improvvisa di più, a teatro si fa sul serio (ironico).
Cos’è più importante in un film, un buon inizio o una buona fine?
Una buona storia.
Qual è l’aspetto più bello di un set e quello peggiore?
Quello più bello è nei sorrisi, quello peggiore è nella cattiveria di chi non fa questo lavoro col cuore.
Per entrare nel mondo del cinema è meglio una scuola o un’esperienza diretta?
Entrambe se possibile.
Ti va di raccontarci quello che hai fatto ieri, nell’attesa della proiezione del film…
Si è fatta la prova tecnica di trasmissione, con la traduzione dei sottotitoli grazie a Valentina Nesi mentre il merito della sovra impressione va a Maurizio Rocca. Non è mancato un tour della città fra cattedrali gotiche e giardini. Ho concluso la giornata con la partecipazione ad una festa anni ’50.
Dove proiettano Onde Road?
Al Cinéma du Panthéon: struttura al contempo tra sala di proiezione all’avanguardia e antico. Al piano superiore c’è un mega soggiorno dove è possibile cenare sui divanetti, con un giardinetto davvero carino. Il cinema è a pochi passi dalla prestigiosa Università di Parigi, La Sorbonne.
Senti Max, ma cosa fa un regista quando non gira un film…
Scrive quello dopo, inizia la questua per trovare i soldi per poter girare e cura il suo acquario.
Chicca Fuori Onde(Road): La bambina dalle cuffie che attraversa i vicoli del paese e strilla “E’ sparita la musica!” è Lara Boldreghini, la nipote di Max. Altri familiari partecipano alla realizzazione del film. Il fratello è il dj che racconta seduto in garage. Il papà è il personaggio del paese abbandonato scoperto dall’agente Barbara durante la sua ricerca; sarà lui a dare l’indizio della “neve”, importante, poi, per scovare la fantomatica speaker.
Maria Anna Chimenti
Aggiornamento come da post odierno Profilo Facebook Massimo Ivan Falsetta, postato intorno ore 21.15, della proiezione Onde Road su suolo francese:
