«La cavitazione che si è prodotta ieri a Frosinone in Viale Mazzini è solo un segno del degrado che i cittadini sono costretti a subire a causa di una amministrazione che da anni non è attenta al controllo e al monitoraggio di un territorio da sempre a rischio di frane, subsidenze, smottamenti come Frosinone.
La carrellata di fotografie che sono state scattate in Viale Mazzini ne sono la prova certa ed inconfutabile. La cavitazione che in questo caso è visibile sotto il manto stradale ma che può ritrovarsi anche sotto fabbricati ed in molti altri quartieri della nostra città che andrebbero monitorati attentamente nell’immediato è dovuta alle perdite incontrollate delle acque bianche e nere (fogne) sotterrane che vanno rilevate obbligatoriamente ogni anno per la legge sul bilancio idrico comunale. Di conseguenza, per la legge di trasparenza, questi dati dovrebbero essere resi pubblici dal Comune e disponibili ed ovviamente come augurabile, non clonati o copiati sui numeri estratti da altri territori omologhi.
Le immagini recentissime qui riportate riguardano la zona collinare adiacente Viale Mazzini e ci indicano con la presenza massiccia della caotica vegetazione quante e quali le perdite idriche in un periodo come questo di nota siccità e quante le frane connesse . Il Comune di Frosinone continua a fingere di risanare sull’urgenza mettendoci le solite “pezze” ( transenne, asfalto superficiale per mascherare lesioni profonde, riempimenti esterni fingendo così di avere dato le soluzioni giuste e per tranquillizzare la popolazione ).
Le proposte e le azioni reali che amministratori e burocrati competenti dovrebbero mettere in atto possono essere molteplici a partire dal controllo di tutta la rete idrica cittadina sino all’instaurazione di strumenti a bassissimo costo come i rilevatori del sottosuolo e ancor prima all’ispezione giornaliera delle zone della città più a rischio. Continuiamo a credere che la condivisione del bene pubblico passa dalle buone prassi e dalla governance che consente, a costo zero , di coinvolgere esperti e tecnici del territorio locale senza investire soldi pubblici in interventi inutili di mascheramento delle criticità ambientali e locali».
Giuseppina Bonaviri