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Minori allontanati, una violenza ben consapevole ed organizzata strutturalmente in cui non c’entra la formazione

Giada Giunti by Giada Giunti
17 Luglio 2021
in Attualità
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Minori allontanati, una violenza ben consapevole ed organizzata strutturalmente in cui non c’entra la formazione
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Che sia necessaria la formazione culturale, professionale, è indiscutibile anche fin da bambini, far comprendere che la donna è una persona che va rispettata e non un oggetto da maltrattate e assoggettare da parte di taluni uomini è impegno comune e responsabile.  La misoginia va identificata e debellata. La formazione culturale e professionale è, quindi, importante, molto importante, anche quando si parla di violenze in ambito di ambienti disadattati e violenti.

Nei casi degli allontanamenti dei bambini, ossia di questo crimine efferato che avviene per decisione dei tribunali non c’entra la formazione, neppure la misoginia, atteso che la maggior parte dei magistrati e consulenti sono perfino donne e non c’è bisogno di studiare il diritto per riscontrare la violenza specialmente su donne e bambini.

Un cazzotto è un cazzotto, un livido è un livido, un certificato del pronto soccorso è sempre un certificato del pronto soccorso, le urla dei bambini terrorizzati restano tali, perizie e relazioni false, restano sempre ed oggettivamente false.

Il sistema degli allontanamenti dei bambini, ossia Il rapimento di innocenti bambini che vengono prelevati con la violenza, torturati, maltrattati, avviene consapevolmente disattendendo ogni tipo di legge nazionale, sovranazionale, le sentenze della Corte di Cassazione, le Convenzioni europee, soprattutto quella di Istanbul. I bambini non vengono ascoltati e nonostante la maggior parte delle sentenze  ed ordinanze siano viziate da nullità, i bambini vengo ugualmente sequestrati ai genitori.

Il modus operandi dei sequestri dei bambini è un sistema ben strutturato, strategicamente organizzato “il sistema”, composto da (una parte) magistrati, CTU, CTP, assistenti sociali, tutori, curatori speciali, educatori, avvocati e chi più ne ha ne metta, con un giro di affari dai 5 ai 12 miliardi di euro l’anno;  molto spesso in netto conflitto di interessi tra loro e  con strutture dove spediscono i bambini per anni ed anni con lauti compensi.

Cosa c’entra la formazione quando si è ben consapevoli di scrivere falsità nelle sentenze e nei decreti,  quando le relazioni dei servizi sociali scrivono esattamente il contrario delle evidenze e della realtà o di quanto si dichiara, quando un bambino piange disperato e chiede di restare con la mamma, quando un bambino o una bambina urla, scappa, cerca di proteggersi da agenti dell’anticrimine ed altri che vogliono alzarlo di peso e portarlo via trascinandolo per i corridoi delle scuole, delle case, degli ospedali per rinchiuderli in una casa famiglia? Cosa c’entra la formazione quando si documenta con prove probanti  che un uomo spacca la faccia ad una donna, la riempie di lividi, cosa c’entra la formazione o non comprendere che questa è una violenza?

Cosa c’entra la formazione ed il “non riconoscere la violenza” se un CTU ed i consulenti in un accordo ben preciso e dolo intenzionale, limitarono volontariamente la libertà di genitori e figli anche nello svolgere attività sportiva, ingresso nei circoli, vacanza studio e sportiva, corsi di lingue, incontro con parenti, e addirittura quando un bambino parla di violenza subita e di terrore verso il padre,  si scagliano contro il piccolo/a ed utilizzano minacce e ritorsioni “ basta, non voglio sentire altro, ti cambio scuola se non incontri tuo padre, non entri mai più nel circolo se non incontri tuo padre, se non fai come ti dico vado dal giudice e gli dico tutto quello che voglio io, l’ingresso nel circolo è proporzionato agli incontri con tuo padre, se non vedi tuo padre ti allontano da mamma e ti spedisco  in casa famiglia?

Cosa c’entra la formazione quando un bambino scrive nero su bianco lettere al Papa, ai magistrati, ad amici, a parenti chiedendo di voler vivere con la mamma o tornare dalla propria  mamma e viene scritto l’esatto contrario?  Cosa c’entra la formazione e il non ravvisare  la violenza se i bambini raccontano le aggressioni, le violenze, il terrore, le violenze sessuali e quant’altro?

Cosa c’entra la formazione quando un padre chiede la casa famiglia per il proprio figlio pur di allontanarlo dall’ex odiata moglie, rea di averlo lasciato, cosa c’entra la formazione quando una CTU ed una CTP ti prendono per un braccio, ti sbattono contro al muro,  a te assieme  a tuo figlio/a e minacciano di allontanarvi se il piccolo/a sotto tortura non incontra un padre di cui è completamente terrorizzato per le violenze subite ed efferate?

Cosa c’entra la formazione quando ad un magistrato, un peritus peritorum, arrivano oltre alle false relazioni delle sue consulenti, anche numerose prove della violenza, numerosi certificati del Pronto Soccorso, audio video delle violenze reiterate da parte del genitore violento, delle violenze delle consulenti, delle minacce, atteso che esiste anche il contraddittorio evidente ed oggettivo?

Che un magistrato o le consulenti dei tribunali abbiano la vista offuscata, quando arrivano fotografie di bambini con visi ed occhi gonfi, con le mani spaccate a sangue, pieni di lividi, con orticarie giganti, lesioni ben visibili, bruciature, visi pieni di lacrime, visi colmi di dolore, etc etc?

Che un magistrato o un suo consulente non sappia leggere la lingua italiana,  una sentenza, una legge? Che un magistrato non sappia leggere la requisitoria (Cassazione requisitoria Sost. Proc. CERONI) della Sostituta Procuratrice Generale della Corte di Cassazione la dottoressa Francesca Ceroni? Che un magistrato non sappia leggere l’ordinanza della Corte di Cassazione del 17 maggio 2021 (Cassazione 13217_2021) ? Che il magistrato non sappia leggere la Convenzione di Istanbul?

Che i consulenti e magistrati (si parla sempre di una parte) siano sordi e ciechi di fronte ad audio e video delle violenze o urla dei bambini? 

Che le cosiddette figure istituzionali non sappiamo semplicemente leggere il loro codice deontologico, come pure “primum non nocere”?

Che le cosiddette figure istituzionali non sappiano riscontrare la violenza quando un padre scaraventa moglie e figlio contro il muro, picchiati ed aggrediti e scrivono che è pure “collaborativo, è pur sempre il padre ”?

Che il magistrato che ha 10, 20, 30 denunce sul tavolo di donne che poi moriranno per mano del carnefice non abbiano compreso la violenza? Ed allora cambiassero mestiere. E le denunce in codice rosso che fine fanno? Ed i processi per calunnia o maltrattamenti che le donne debbono subire quando hanno il coraggio di denunciare le violenze?

Che le denunce di aggressioni, maltrattamenti e stalking vengano giudicate come “strumentali e di pregiudizio” tanto da chiedere ai giudici minorili di emettere provvedimenti restrittivi per chi “si permette” di denunciare? Che un magistrato falsifichi richieste e decreti di rinvio a giudizio, “capitano” sparizioni nei fascicoli di documenti probanti e DVD?

Come mai il numero delle mamme allontanate dai figli quando hanno avuto il coraggio di denunciare i compagni/mariti/ex sono numeri elevanti al quadrato ed hanno tutti lo stesso copione, peraltro il solito copia- incolla (con errori di nominativi per l’utilizzo di moduli prestampati)?

Un problema si può risolvere quando si riscontra la causa, una volta identificato il problema lo si può affrontare e, quindi, debellarlo. Ma finché si parlerà di una semplice formazione e il “non riconoscimento della violenza”, il problema non verrà mai risolto nei casi degli allontanamenti dei minori e violenze sulle donne.

Giusta la formazione, giusta far emergere casi di misoginia, giusto far comprendere agli operatori che lavorano onestamente i vari tipi di violenze di genere (su donne, uomini, bambini, le varie sfumature delle violenze, come pure la violenza psicologica difficile da individuare, ma molto dolorosa e profonda) anche non necessariamente fisiche, ma la questione dei bambini allontanati è ben altra cosa. E’ un sistema corruttivo (leggi anche) ben strutturato, una volontaria e consapevole violenza dove non c’entra la formazione e la violenza viene “vista” come semplice conflitto.

E di oggi la notizia che Davigo è indagato, il caso Berlusconi condannato in Cassazione (scandalo recente), gli errori giudiziari che continuano ad emergere, la Corte Europea dei Diritti Umani ( e gli italiani pagano doppiamente) che condanna continuamente l’Italia, scandali al CSM, alla Corte di Cassazione, ai Ministeri, Palamara che ha messo nero su bianco il “sistema”, tutti eventi che fanno cadere il “mito” della magistratura che godeva del massimo rispetto e stima. Oggi i cittadini non si fidano più della magistratura italiana e non per caso si chiedono riforme radicali, strutturali  e responsabilità di chi sbaglia, consapevole di averlo fatto, non per incompetenza, ma per corruzione. La gente ha sfiducia nella magistratura e non dovrebbe essere così.

Allora, è oggettivo che qualcosa deve cambiare, semplicemente la corruzione va fronteggiata e le normative devono essere applicate. Se si sbaglia, si paga.

Sui sequestri dei bambini non c’entra la formazione ed il  “non capire la violenza”, si tratta di un sistema ben strutturato e corruttivo che va debellato in qualsiasi modo, basta che va affrontato drasticamente.

Come si può pensare di aver rispettato la legge e non aver perpetrato violenza su genitori e figli allontanati con metodi nazisti (Cassazione) anche con l’accusa della ascientifica Pas per poi affidare bambini ad estranei delle case famiglia ed ai padri violenti?

Di Giada Giunti

Tags: CORRUZIONEDavigoformazioneGiustiziaminori allontanatiPalamara
Giada Giunti

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