Per tre settimane il “The Space” di Latina è trasformato in una galleria d’arte contemporanea, nell’ottica di offrire un’esperienza culturale ad ampio raggio. In mostra la genialità di un fotografo eccellente che espone la sua “Nuova Pelle”, già conosciuta dal pubblico romano nel 2019, ma in una versione aggiornata, sempre con lo scopo finale di sensibilizzare alla valorizzazione della vita in ogni sua forma, anche se si tratta di persone portatrici di disabilità, come risposta ad ogni forma di discriminazione. In contemporanea alla mostra sarà lanciata la prima collezione di NFT (no fungible token) firmati da Cusano, che attraverso la registrazione su Blockchain, identifica ogni opera certificandone l’unicità, l’autenticità, la proprietà e la paternità. Una vera rivoluzione nel campo artistico. Incontriamo Martino Cusano, che ci spiega, la sua “Nuova Pelle”.
Come nasce la passione di Martino Cusano, per l’immagine e la fotografia? Da ragazzino pensai ad un modo per superare la mia timidezza e contemporaneamente garantire la mia integrazione, la fotografia mi è venuta incontro divenendo il mezzo di relazione ideale per i rapporti interpersonali. In fondo la fotografia è questo: osservare un soggetto, che automaticamente diventa un po’ parte di noi nel momento dello scatto.
Lei ama di più la fotografia in bianco e nero oppure a colori? Da bambino vedevo i film in bianco e nero e probabilmente la mia passione nasce proprio da li. Oggi che “scrivere” con la luce è diventato il mio mestiere ne comprendo l’incisività. Il bianco e nero tende a disarmare la spettacolarizzazione del colore, che mi dà l’idea che rispecchi la “verità” delle cose come le conosciamo. Il bianco e nero è una soluzione di stile.
Da cosa nasce il Progetto “Nuova Pelle”? Il progetto “Nuova Pelle” è una testimonianza speciale dell’emozione. È scoprire cosa c’è dietro a sensazioni che reciprocamente si provano. Un provare a dire, un provare a dare voce a qualcosa di diverso. Nel 2016, ho conosciuto per lavoro una persona nata senza una parte del braccio destro. È stato il primo scatto, il mio primo approccio narrativo nel genere. Si respirava rabbia, la sua? La mia? Sicuramente di entrambi, ma in un modo diverso. La foto è esposta, sembra che non si integri con le altre, ma in realtà ha solo un significato molto forte. Per percepirlo ci vuole rabbia, una rabbia sana, costruttiva.
“Nuova Pelle”, è una raccolta di otto immagini dove lei reinterpreta, l’esperienza della disabilità “relativa”, cosa si vuole intendere appunto con disabilità “relativa”? Definisco “disabilità relativa” ciò che vogliamo vedere, quindi relativa prima di tutto a noi stessi. È un allestimento in continua evoluzione. Vi sono scatti dal 2016 agli ultimi del 2022. Questo percorso fotografico di dare e avere mi ha portato a vedere le persone oltre la loro condizione fisica. Persone che fanno e sono. La rabbia è diventata forza, l’istinto primordiale di generare nuova pelle, ha vinto. Da un altro punto di vista le cose cambiano. La paura forse è soltanto nei nostri occhi. Ho imparato da tutti e ci siamo molto divertiti, con il massimo della complicità, a creare i personaggi. Giorni e giorni passati insieme in sala posa.
“Nuova Pelle” è già stata portata in mostra a Roma nel 2019, cosa la differenzia da questa del 2022 a Latina? Dal progetto che considero “sempre aperto” del 2019, ufficialmente presentato allo spazio Tetenal di Roma, ci sono tre immagini in più. Oggi attraverso lo space coworking dove espongo, votato per natura a vivere il mondo digitale ai massimi livelli, si è creato un mercato mondiale. La formula bella di questa realtà è arte dal vivo e on line attraverso la collezione realizzata in NFT, con la possibilità di fruirne in galleria analogica.
Dopo 35 anni di esperienza, cosa potrebbe consigliare ai giovani che vogliono approcciarsi al suo stesso lavoro? Sicuramente di non puntare sulla semplice bella fotografia, ma di strutturare pensieri e progetti per poi farli vivere. Di capire chi è il proprio mercato di riferimento e di puntare su di esso. Il nostro mestiere ha cambiato spessore e ora il committente è un altro professionista.
In conclusione, quali sono i suoi progetti a breve? A settembre è in programma una mostra mia e di Daniele Patriarca, dal titolo “Da Littoria a Latina, il Razionalismo in rilievo”, un lavoro fotografico legato all’architettura contestualizzata nel periodo storico dalla nascita della città al crollo del regime fascista. La mostra si terrà presso lo Spazio Tetenal di Piazza dei Navigatori, con inaugurazione programmata per il 30 settembre.
Eleonora Francescucci