JO Group è un gruppo di aziende nato nel 1998 con core business in digital transformation e consulenza su fondi europei che unisce, come in un cluster, più società. Il fondatore e CEO di JO Group, Giuseppe Ursino ha lanciato il gruppo sullo sviluppo di piattaforme FAD e serious game alla conversione dei corsi online in formato SCORM, dalla consulenza sui progetti europei al web marketing. E poi ricerca e sviluppo ICT (realtà aumentata e realtà virtuale, blockchain, intelligenza artificiale, big data e IoT), e-health, sviluppo app, agritech, software per tecnologie ambientali, fino alla promozione della digital transformation e della cittadinanza europea.
Giuseppe Ursino ha una laurea in economia, 3 corsi post-universitari, una breve esperienza come professionista e poi un lungo percorso imprenditoriale da innovatore. Base a Catania, città natale, ed attività in tutta Europa. Da appassionato di tecnologia, ha fondato il JO Group, per aiutare centinaia di imprese ad innovarsi e crescere con la digital transformation. Le ragioni del successo del JO Group, che nel corso degli anni ha anticipato i cambiamenti acquisendo vantaggi competitivi, stanno proprio nell’adozione di una visione di lungo periodo, nella scelta anticonformista della meritocrazia e nel coraggio di innovare senza tentennamenti. E per questo che abbiamo raggiunto Giuseppe Ursino per conoscere ancora meglio questa nuova realtà:
Come nasce l’idea di creare JO Group, questo gruppo di aziende specializzate nella digital transformation e nella consulenza sui fondi europei ?
“Dopo alcune esperienze fuori dalla Sicilia, in Umbria, Northampton e infine Roma, sento dentro di me l’esigenza di rientrare in Sicilia e di disegnare lì un gruppo di aziende che, utilizzando come leve strategiche alcune mie attitudini, crei per me e per i miei Collaboratori la possibilità di risalire lo Stivale e l’intera Europa con l’orgoglio e l’autorevolezza di lavorare per un’organizzazione col cuore e col cervello ai piedi dell’Etna e un piglio organizzativo che non abbia nulla da invidiare ai brand internazionali più blasonati”.
Perché ha scelto di occuparsi di: piattaforme FAD, serious game, conversione in formato SCORM dei corsi online, consulenza su fondi europei, sviluppo ICT, e-health, agritech, software per tecnologie ambientali, digital transformation e cittadinanza europea ?
“Sono tutti settori legati alla trasformazione digitale che sento, come innovatore, molto miei e coerenti alla mia visione geopolitica di considerare, oltre alla Sicilia e all’Italia, anche l’Europa una grande madrepatria da valorizzare nel cuore di tutti gli europei”.
Ci può parlare meglio di e-Medine che promuove la cittadinanza europea e incoraggia la convergenza culturale dei Paesi del Mediterraneo ?
“Da siciliano ho chiaro che lo sviluppo della mia isola è totalmente legato all’aggancio della Sicilia all’Europa, perché il rischio è quello di essere risucchiati negli opachi scenari africani e medio-orientali, dove valori come democrazia, tolleranza religiosa, parità di genere e sostenibilità ambientale sono ancora molto fragili. Esser diventati, grazie alla Commissione europea, da poco Europe Direct Catania sarà una leva operativa in più per affermare i valori per la quale l’ONG Osservatorio e-Medine è stato costituita nel 2008”.
Quali sono i vantaggi competitivi per le aziende ?
“Poter lavorare in Europa significa certezza del diritto e mercato ricco. Dato che vivo in una zona povera e periferica dell’Unione Europea, ma per lavoro sono sempre in viaggio, riesco a far i confronti tra mentalità e modi di operare in giro per il continente e quelli nella mia isola e senza dubbio è più facile operare fuori dal contesto locale”.
In passato ha avuto modo di conoscere meglio il mondo imprenditoriale come vicepresidente nazionale di Assoconsult – Confindustria e quale membro di Giunta della Camera di Commercio. Queste esperienze cosa le hanno insegnato ?
“Non molto, la mentalità italiana ha una visione di breve periodo un po’ ovunque e poi il mondo confindustriale non ha colto appieno le implicazioni della trasformazione digitale perdendo un po’ di autorevolezza, mentre la pubblica amministrazione vive in un mondo parallelo, con i suoi rituali e forma mentis”.
Quali obiettivi vuole raggiungere con JO Group ?
“I principali li abbiamo già raggiunti, ossia l’affermazione nei mondi dove siamo presenti e la sostenibilità di lungo periodo dei nostri modelli di business. I nuovi obiettivi sono il continuare a vincere le gare a cui partecipiamo, il continuare a fare innamorare di noi i nostri Clienti e il far crescere l’organigramma perché dal punto di vista sociale ogni volta che una risorsa umana entra a far parte del Gruppo noi raggiungiamo due risultati: evitiamo che debba emigrare svuotando di intelligenze la nostra terra e le diamo una direzione di marcia su come si può lavorare con serietà e zelo, senza la necessità di usare approcci bruschi. Difatti siamo attenti custodi che i nostri uffici profumino del clima giusto, come nello sport lo spogliatoio delle squadre vincenti, e a tal proposito il JO Group può essere considerato anche una scuola di valori e di buone maniere”.
Ci sono nuovi progetti in cantiere?
“Certo, ma opterei per la narrazione del già fatto, di qualcosa che è quindi incontrovertibile, preferisco non parlare di quello che potrebbe esserci nel JO Group nei prossimi mesi, lo scenario è troppo liquido. Stiamo ragionando su sfide in alcune direzioni e come sempre qualcuna andrà in porto e altre no. Direi che è così in ogni settore industriale, ma ancora di più in scenari legati all’innovazione tecnologica”.
di Marcello Strano