Quando la passione segue il cuore e la resilienza prende il sopravvento, nascono artisti che stupiscono, artisti che dalla prima esposizione, in poco tempo riescono a raggiungere gallerie più di quanto il pittore pensi. Questo è successo a Sonia Orsini, artista romana che in pochissimo tempo è riuscita a fare il giro d’Italia con le sue opere, lasciando stupiti pubblico e critici.
Conosciamo più da vicino questa straordinaria pittrice trasferitasi nel 1996 a Ladispoli, dove è molto attiva negli eventi artistici che offre il territorio.
Sonia Orsini, come nasce il suo percorso nel campo artistico? Fin da bambina amavo usare i colori e spesso li mischiavo per rappresentare paesaggi originali. Ai concorsi scolastici arrivavo sempre tra i primi, ma non ho mai seguito questa strada a livello didattico. Nel 2000, dietro consiglio di una mia amica, ho deciso di realizzare quadri per la mia casa, piacevano e così ho iniziato a partecipare a collettive sul territorio di Ladispoli, Cerveteri, Trevignano, Anguillara e Roma durante le quali ho conosciuto artisti locali di rilievo come il maestro Luciano Santoro, il quale apprezza i miei lavori e del quale ho grande stima.
Può spiegarci, come avviene il suo processo creativo? Ho iniziato facendo vicoli infiorati e nature morte, ma cercavo uno stile mio originale perché penso che l’originalità sia quella che ci contraddistingue. Pertanto, ho iniziato a trasformare le mie idee in dipinti unici. La realizzazione dei lavori inizia nella mente, metto davanti a me una tela bianca e la mia mente, le mie mani e i colori fanno il resto.
C’è un artista del passato che ha influenzato in qualche modo il suo percorso? I miei artisti preferiti sono Modigliani e Picasso da quest’ultimo e dal suo cubismo mi sono ispirata nella realizzazione di qualche dipinto, ma il mio fine, come ho già detto, resta l’unicità. Qualcuno dice che la mia pittura si ispiri a Giacomo Balla ma credo sia solo casualità.
Per le sue opere, che tipo di tecniche usa? Le tecniche che uso sono acrilico su tela, acrilico e gesso, il tutto spatolato, mi piace imprimere sulle tele la corposità del colore e la materia. Uso molto le dita, ho dei quadri realizzati completamente con le sole mani.
Osservando i suoi quadri, si denota un misto fra figurativo ed astrattismo, quali fra queste due correnti la caratterizzano maggiormente? Ho iniziato con il figurativo, come tutti credo, ma poi l’astratto ha preso il sopravvento. Mi piace esprimermi con l’astratto anche per rendere i lavori interpretativi. Quando visito una mostra mi piace interpretare quello che vedo e quindi credo che solo con l’astrattismo si possa imprimere un significato intrinseco che ognuno poi percepisce a modo suo.
Spesso, le sue opere sono state utilizzate come scenografie per spettacoli o video, può raccontarci questa esperienza? Si, alcuni miei lavori hanno fatto da sfondo a un videoclip scritto e diretto da Marina Lazzarotto di una bellissima canzone intitolata “Pasta alla norma” scritta e cantata da un giovane ragazzo di nome Francesco Tecca, molto bravo. Hanno poi fatto da scenografia allo spettacolo teatrale “Invano – nella testa di una donna ” scritto e diretto da Marina Lazzarotto, del quale è anche attrice, e che tratta un argomento molto delicato: la lotta contro la violenza sulle donne. Vedere le proprie opere in un videoclip è stato incredibile, ma lo è stato ancor di più vederli sui palchi dei teatri a fare da cornice ad uno spettacolo con un messaggio forte e importante come quello che appunto manda “Invano – nella testa di una donna”.
Parlando delle mostre che fino ad oggi ha presenziato con le sue opere, quali porta nel cuore? Ho partecipato a molte esposizioni, nel 2012, in Umbria, a Spoleto, presso il “Chiostro di San Nicolò e dimore storiche”, una rassegna internazionale nominata “Spoleto festival art” che porto nel cuore un po’ per l’importanza dell’evento ma ancor di più per il luogo meraviglioso che è la città di Spoleto. Poi per circa due anni alcuni miei quadri sono stati in tournée in Veneto, esposti presso spazi museali quali palazzo Albrizzi a Venezia, la basilica di Sant’Antonio da Padova, Villa Farsetti ed altri luoghi dai quali ho ricevuto attestati, recensioni critiche. Fra le mostre a cui ho partecipato porto nel cuore anche la collettiva a Cerveteri “Le mille e una Shahrazad ” per la quale ho realizzato il dipinto “Libertà ”
In conclusione, che progetti ha per il futuro? Durante la pandemia ho avuto una piccola pausa, ma da qualche mese sto riprendendo la realizzazione di opere di arredamento su commissione. Mi piacerebbe ricreare quel clima di unione che si aveva nelle collettive con i miei amici artisti e mi piacerebbe anche continuare la mia collaborazione nelle scenografie di video e pièce teatrali.
Agostino Fraccascia