Sandokan è uno dei personaggi più affascinanti della letteratura d’avventura dell’Ottocento. Nato dalla penna di Emilio Salgari, incarna lo spirito ribelle di chi combatte contro l’ingiustizia e l’oppressione. Conosciuto come la Tigre della Malesia, Sandokan è entrato nell’immaginario collettivo come l’eroe pirata per eccellenza: coraggioso, romantico, fedele ai propri ideali.
Sandokan è un principe del Borneo appartenente a una dinastia locale. La sua vita viene sconvolta quando gli inglesi, impegnati nell’espansione coloniale nel Sud-est asiatico, lo spodestano dal trono, sterminano la sua famiglia e conquistano le sue terre. Privato di tutto, fugge e si rifugia nel mare, dove raduna attorno a sé un gruppo di pirati ribelli. Nasce così la sua leggenda: Sandokan trasforma il dolore in forza e la vendetta in lotta per la libertà.
A differenza del classico pirata senza scrupoli, Sandokan è guidato da una causa morale: combattere l’oppressione straniera e difendere i popoli colonizzati. Le sue imprese non sono motivate da avidità, ma da ideali di giustizia, fedeltà e onore. Navigando a bordo della sua nave, la Marianna, insieme all’inseparabile amico Yanez de Gomera, sfida flotte coloniali, mercenari e tiranni locali.
Dietro la ferocia del combattente si nasconde un animo sensibile. Sandokan è anche protagonista di una delle storie d’amore più celebri della narrativa avventurosa: quella con Mariana Guillonk, la “Perla di Labuan”, una nobildonna inglese. Il loro amore impossibile unisce mondi lontani e opposti, aggiungendo al personaggio una dimensione umana e poetica.
Sandokan è più di un semplice personaggio letterario: è un simbolo. Rappresenta il riscatto degli oppressi, la resistenza contro l’ingiustizia e la ricerca della libertà. Ancora oggi, nonostante siano passati oltre cent’anni dalla sua nascita, continua a essere amato grazie alle innumerevoli trasposizioni cinematografiche e televisive, tra cui la celebre serie degli anni ’70 con Kabir Bedi.
Anna Rita Santoro


















