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Mamme dal paradiso all’inferno in un solo “clic”, travolte da un insolito destino

Giada Giunti by Giada Giunti
4 Dicembre 2022
in Attualità, Sociale
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Mamme dal paradiso all’inferno in un solo “clic”, travolte da un insolito destino
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Hai una vita agiata o disagiata, la compagnia,  l’amore della famiglia, un marito, fratelli e sorelle, una tavolata piena di amici, il Natale e le feste tra allegria e gioia, viaggi nei posti più belli del mondo o affascinati, le feste, la crescita di un figlio, i momenti indimenticabili, i sorrisi, gli abbracci, i baci, la corsa di tuo figlio quando lo vai a prendere a scuola allo sport, un ottimo lavoro, ma tutto questo potrebbe finisce in un solo “clic”.

Ebbene, la vita è fatta di beni materiali, che molte volte non danno la serenità, la gioia, il sentirsi bene con se stessi, e poi ci sono quei sentimenti puri che anche nei posti più bui, nei luoghi  più freddi diventano pieni di luce e di calore.

La nascita dei figli resta il giorno più bello della vita di una mamma, cambia la sorgente di una donna in una nuova e meravigliosa nascita, l’amore dei figli rende l’esistenza di una mamma semplicemente la vera vita. Dopo la nascita di tuo figlio, in quel preciso momento e per tutti i momenti che verranno ti rendi conto per la prima volta cosa sia l’amore, quello vero, infinito  ed indissolubile. 

Ma allora se i sentimenti sono così puri, se il lavoro ti fa sentire orgoglioso di te stesso e di gratifica, se la tua famiglia ti è sempre al fianco, se gli amici ti sorridono e ti chiamano, se gli ambienti che frequenti con i tuoi figli sono sempre caratterizzati da cordialità, perchè questa verità della tua vita viene catapultata in un “disordine universale” che verrà totalmente ribaltata?

Quella madre che ha accudito con amore i figli, che si è consacrata a loro con la massima cura e dedizione, improvvisamente alla velocità di un lampo di luce quella mamma diventerà la “carnefice” da annientare totalmente, per impedirle parole e movimenti, mentre i figli spariranno da qualsiasi “radar”.

Perché tutto può cambiare in così poco tempo, un capovolgimento delle verità con un solo comune denominatore, una strategia ben strutturata ed articolata?

Molto semplice interviene il tribunale e ed allora la tua vita, ma soprattutto quella di tuo figlio diventa un inferno  in un solo “clic”.

Senza aver commesso reati, senza essere una donna alcolizzata, una prostituta (con il dovuto rispetto), senza aver dato segni di squilibri ti ritrovi ad essere trattata da perfetta criminale, una persona non degna più di attenzioni, di uno scambio di una parola, una persona da ignorare ed allontanare.

In ambito penale per subire una condanna bisogna che vengano espletati i tre gradi di giudizio, diversamente in ambito civile e minorile, per arrivare ad una condanna basta una semplice ipotesi di come sei, come potrai essere, quello che potrebbe succedere, sulla base di un rischio, sulla base di un ipotetico comportamento, sulla base di costrutti ascientifici, opinioni personali, sulla base di troppi baci ed abbracci, e così via, o perché i figli hanno terrore dei padri per le violenze alle quali  hanno assistito. Per la condanna definita in Cassazione, per accertare eventuali reati passano circa 10 anni, diversamente per allontanare un figlio da un genitore passa “un giorno”, basta una segnalazione, una relazione e l’inferno è sulla terra.

Mi sono arrivati racconti di mamme che sono state costrette a chiedere scusa, per cosa? Per aver subito maltrattamenti dai propri partner, perché hanno o non hanno un compagno, perché vanno in vacanza al mare o in montagna, per aver l’appartamento troppo in ordine e pulito, oppure con una pila di panni da lavare, perché sei troppo magra o troppo grassa. Dalle dichiarazioni di genitori, specialmente donne, ed avvocati arrivano numerose segnalazioni da parte delle c.d. figure istituzionali di ritirare le denunce sporte o non depositare opposizione ad una richiesta di archiviazione dopo aver subito maltrattamenti, aggressioni e quant’altro. Tutto perché sotto minaccia di essere allontanati dai propri figli per cui, secondo alcune consulenti, meglio inginocchiarsi e subire ulteriori maltrattamenti, che essere allontanati dai propri figli. Ma neppure questo è sufficiente, perché è già tutto deciso, indipendentemente dai tuoi comportamenti e nonostante tu abbia seguito le prescrizioni di taluni tribunali.

Proviamo a parlare con una persona che non conosce il sistema degli allontanamenti coatti dei figli dalle mamme, un modus operandi ben strutturato che elargisce illeciti guadagni sulle lacrime dei bambini.

Hai presente quella mamma perbene, elegante (oppure no) benestante (ma anche di umili provenienze) una donna che ha cresciuto suo figlio con amore e nell’amore, che è riuscita a crescere suo figlio in ambienti eleganti (o anche in ambienti periferici, non è importante il luogo) con ottimi voti in pagella e talento nello sport, ebbene, quella mamma ha perso il figlio,  la casa dove viveva con il figlio, è stata pignorata del conto corrente e dello stipendio, è stata allontanata dalla famiglia, dagli amici, dalle feste, dalle cene, dai salotti chic (oppure semplici serate), trattata dalle banche con una persona che commette frodi (le hanno tagliano la carta di credito),  additata, guardata con riserbo, con distanza.

“Non ho capito, sembra impossibile, mi stai prendendo in giro”, risponde la persona che è fuori dal mondo dei tribunali.

Ti ricordi tutti quegli amici che la chiamavano per uscire, per invitarla, per le feste, ecco, quelli non l’hanno più chiamata (non tutti ovviamente) perché tanto se la invitavano più volte rinunciava, se la chiamavano per condividere fatti belli e divertenti accaduti, lei non aveva nulla da raccontare se non eventi drammatici e dolorosi, e, quindi, perché chiamare chi ti racconta sempre dolori, sofferenze? Meglio chiamare l’amico che ti fa sorridere.

Allora, si chiede ad una persona, che non conosce questo sistema criminale commesso nei confronti dei bambini, che “problemi ha questa donna?

Niente, è “colpevole”, è stata condannata all’ergastolo con tre gradi di giudizio, è al regime del 41 bis  perché è “simbiotica”, ama suo figlio, cerca di proteggerlo dal padre violento e dalla richiesta di collocamento in casa famiglia, ha un rapporto simbiotico e fusionale con suo figlio e poi mamma e figlio sono terrorizzati dal marito,  padre violento!

Allora adesso è tutto chiaro, beh forse non tanto, non ho capito nulla, risponde la persona che non è mai stata catapultata nell’inferno sulla terra.

Quel bel lavoro, in quel luogo dove si sentiva appagata è diventato il luogo dove doveva continuamente giustificare le sue assenze, le sue ferie ma non per andare in vacanza, tutti quei permessi che chiedeva continuamente; in quel luogo doveva nascondere le lacrime ed il dolore, doveva lavorare nonostante mille pensieri ed il cuore che le scoppiava. Poi i colleghi hanno iniziato “a chiacchierare”, a darsi una spiegazione a ciò che le era successo, ma restava sempre lo stesso pensiero “se le hanno allontanato il figlio un motivo ci sarà”. In sostanza dava fastidio anche ai suoi colleghi, creava a loro problemi anche nella richiesta dei reiterati permessi, la dovevano sostituire, insomma era diventata un problema per tutti. Così ha rischiato anche il licenziamento, e viveva nell’incertezza anche sull’unica cosa che l’era rimasta.

Il vero problema è l’ex marito, il padre di suoi figlio che per fargliela pagare, dopo aver più volte esercitato violenze fisiche, psicologiche ed economiche, maltrattamenti vari, stalking, l’“accompagna” all’inferno perchè l’ha “consegnata” a quella parte delle Istituzioni che certamente non fanno l’interesse delle donne maltrattate, che hanno già subito violenza domestica con suo  figlio.

Da lì iniziano a guadagnare tante figure sulle lacrime delle donne e dei loro figli. Il violento sarà protetto per garantire tutto il sistema di tutta quella pletora di consulenti dei tribunali, la donna perderà la sua vita, un femminicidio in vita, l’ex marito farà la vita da nababbo perché si è arricchito con i soldi risparmiati e anche dalle condanne alle spese processuali (anche 120 mila euro) scaturito dal rigetto degli atti che le donne depositano per proteggere soprattutto i propri figli.

Lui perpetuerà sempre più violenze su mamme e figli perché si sentirà protetto dal  “potere“, lei passerà per la psicopatica e pazza della situazione; lui sarà la povera vittima, un povero padre al quale è stato impedito il diritto ad essere padre. In ambito penale la donna si vedrà archiviate tutte le denunce, mentre verrà imputata e condannata sulla base di false ed assurde denunce.  Se è stata condannata qualcosa avrà fatto certamente, niente di più falso!

Quella mamma oggi vive di stenti, di ingiurie, di insulti, di aggressioni, di isolamento.  

Capisco sempre meno, afferma la persona che non si capacita di fatti tanto strani, quanto assurdi, incomprensibili ed incredibili ed è sempre più sconvolta.

Riprovo, con una spiegazione semplice semplice. Hai due strade da percorrere, ma arrivi sempre alla stessa conclusione.

Se vuoi comprendere cosa siano le torture, le violenze, la violenza istituzionale, gli attacchi, le aggressioni, le diffamazioni, le privazioni e quant’altro, allora mentiti una settimana al fianco di una mamma sulla quale pende un decreto di allontanamento per il figlio nella totale violazione di legge, oppure ad una mamma privata ingiustamente della sua vita, ossia del suo amato figlio e capirai tutto.

Oppure recati dai servizi sociali, dagli educatori, dal tutore, dal curatore speciale, dai magistrati civili e penali, dal CTU (consulente tecnico d’ufficio) dalle due CTP (consulenti tecnici di parte), dalle psicologhe e chiedi a loro informazioni sulle decisioni emesse contro la mamma, poi prendi appunti e per trovare la soluzione ragiona sull’esatto contrario di ciò che ti viene detto.

Dopo aver letto relazioni, decreti, sentenze che violano le normative avrai tutto chiaro su ciò che questo Stato (in) civile commette nei confronti dei bambini.

Allora per una mamma, meglio stare  a casa, a leggere relazioni e sentenze dolorose per quanto anche  in violazione di legge, trascriverle, studiare la giurisprudenza, pensare a cosa poter fare di più per salvare i propri figli, tanto domani è un altro giorno di inferno finché non arriva il “miracolo di Natale”

 Che la magistratura ci aiuti! 

Di Giada Giunti

 

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Tags: figli allontanatiGiada Giuntimagistraturamammetrubunali
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