Investire nel turismo culturale e archeologico per una maggiore valorizzazione del Salento e destagionalizzazione, questa la sfida lanciata dai Comuni di Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce-Acquarica alla recente XXVII BMTA – Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum on air dal 30 ottobre al 2 novembre 2025 e sede dell’unico Salone espositivo al mondo nel suo genere. Presenti in conferenza stampa Vincenzo Carlà -sindaco di Lequile, Natacha Pizzolante – assessore al turismo del Comune di Presicce-Acquarica che assieme ai Comuni di Cavallino e Melendugno sono presenti attraverso la rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge, a Paestum per incontrare tour operator e giornalisti specializzati in turismo archeologico. La rivista diretta da Carmen Mancarella(www.mediterraneantourism.it) , distribuita al desk della fiera e reperibile nello stand del Ministero della Cultura, subito dopo il BMTA organizzerà il 74mo Educational rivolto a specialisti del settore giornalisti e operatori del turismo italiani, francesi e tedeschi che visiteranno Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce.
Per spiegare il meglio della ricettività turistico alberghiera ed enogastronomica sono intervenuti in conferenza stampa gli imprenditori, Luciana Potì di Masseria Berzario, Giulia De Matteis del B&B Tenuta Calitre, Mimina Dima del frantoio ipogeo San Francesco e Cristian Carrozzo, titolare dell’azienda di produzione di miele Carrozzo e componente dell’Associazione Apicoltori di Melendugno che ha fatto riconoscere il suo miele, come miele Deco, a denominazione di origine comunale. In evidenza il meglio della ricettività turistico alberghiera ed enogastronomica con le varie associazioni e al porto turistico di San Foca, che, presieduto da Fabio Bufano, attrae diportisti da tutto il mondo in barca a vela, ma anche con grandi yacht (www.portodisanfoca.it) . A Paestum è giunto anche l’assessore al turismo e cultura, Natacha Pizzolante che si è focalizzata su Presicce Acquarica – la città dei frantoi. Come spiegato da Pizzolente durante il suo intervento: «Con i suoi 50 frantoi ipogei il borgo di Presicce, entrato da tempo nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, Presicce-Acquarica incarna l’anima del Salento, abitata da pescatori e contadini. Abbiamo fatto di tutto per valorizzare i suoi beni architettonici e monumentali. Sono visitabili i tre frantoi ipogei che si trovano sotto piazza del Popolo, collegati tra loro». Presicce è nota anche per il suo museo dell’arte contadina, il quartiere Padreterno con le sue case a corte. Acquarica del Capo, nota per la lavorazione del giunco e per la sua torre di Celsorizzo – una torre colombaia dove il signore feudale allevava piccioni viaggiatori che rappresentavano il metodo di comunicazione nel Medioevo “ la guerra si vinceva non solo con le armi, ma soprattutto con la velocità nello scambiare i messaggi”. Molto interessante anche la prima festa del fuoco della Puglia, che attrae migliaia di visitatori e rappresenta l’incontro tra la cultura contadina e quella marinaresca nel Salento. Nel Borgo di Presicce avviene l’accensione della focareddha con rametti di ulivo , sulla lunga scia delle feste del fuoco pugliesi con inizio il 29 novembre 2025 a Presicce sino il 18 marzo 2026 nei paesi che festeggiano San Giuseppe e che segnano l’inizio della Primavera. Tra arte e cultura si colloca Cavallino, e come sottolineato dal Sindaco Bruno Ciccarese Gorgoni: «Cavallino è una delle prime città della Puglia ad aver ottenuto il riconoscimento dalla Regione di Città d’arte e cultura per la bellezza del suoi monumenti, ma anche per la cura dei restauri e della loro valorizzazione. Si va dalla presenza del sito archeologico, concepito come un Museo diffuso con tracce della civiltà contadina, alla bellezza dell’ex convento dei Domenicani con la sua chiesa, la galleria celeste del Palazzo ducale, ora in restauro. Inoltre l’offerta turistica si è arricchita di un nuovo bene culturale: il frantoio ipogeo di via Crocifisso, fulgido esempio di archeologia industriale».
Da non perdere Lequile, a due passi da Lecce. Come precisato dal sindaco Vincenzo Carlà: «Dopo il successo dello scorso anno, quando abbiamo avuto modo di presentare a tour operator e giornalisti specializzati la nostra città così ricca di beni culturali, ritorniamo a Paestum per accendere i riflettori sulla bellezza della nostra Lequile e la sua importanza sotto il profilo storico e culturale. Nella nostra città si contavano ben 15 frantoi ipogei, che producevano olio lampante…[..].che veniva anche usato per rifornire Marsiglia, famosa produttrice di saponi. Ma anche a Lequile era attiva una fabbrica. Da tutta questa ricchezza è nata poi la ricchezza e la bellezza delle chiese di Lequile: la chiesa madre con i suoi altari barocchi, la chiesa di San Vito tutta ricoperta in foglia oro sino alla chiesa dei Santi Medici, realizzata dall’architetto Miccoli che firmò altre chiese praticamente simili anche a Mesagne. Nostro fiore all’occhiello è il Convento dei francescani realizzato in soli nove anni dal 1613 al 1619 e divenuto modello architettonico per tutti gli altri realizzati nella Provincia francescana. Da ammirare i suoi affreschi che si trovano nel refettorio, ma anche la ricca biblioteca che custodisce ben 2.000 volumi provenienti da tutto il mondo, tra cui cinquecentine, seicentine e settecentine. Per anni i frati hanno svolto l’importante ruolo di custodire e tramandare il sapere giunto sino a noi». A Lequile vengono organizzati numerosi incontri eno-gastronomici anche in inverno come: “Alle porte della città”, che si svolgerà il 20 dicembre”. Il Salento è anche archoelogia, da non perdere il comune di Meledugno, che grazie a continue campagne di scavo condotte dal professor Marco Leo Imperiale su finanziamento dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio Cisternino, continuano a stupire a Roca Vecchia e anche presso l’Abbazia di San Niceta. Gli archeologi hanno portato alla luce silos contenenti granaglie e tombe, probabilmente utilizzate dagli stessi religiosi che abitavano nell’Abbazia, che estendeva i suoi possedimenti sino al mare e anche nel capo di Leuca.
di Daniela Paties Montagner, Componente del Club per l’UNESCO di Udine
Immagine in evidenza: Acquarica del Capo, torre colombaia di Celsorizzo















